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Corsport – Esplode lo scontro tra Figc e Aia sul futuro degli arbitri italiani
La Figc valuta un modello all’inglese, l’Aia risponde con un duro comunicato: “Ipotesi che non prenderemo in considerazione”
Ad un passo dalla rottura. Il progetto, fortemente voluto dal presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, di staccare gli arbitri di vertice in una PGMOL all’italiana (il corpo professionale responsabile dei direttori di gara in Inghilterra), ha agitato le acqua già turbolente dell’Associazione Italiana Arbitri. Lo scrive il Corriere dello Sport.
COMUNICATO. Dopo un lungo meditare, l’Aia ha ben pensato di rispondere con un comunicato, che in realtà ha avuto l’effetto di un terremoto. “L’AIA, per voce del Presidente Antonio Zappi e dei rappresentanti degli arbitri, assistenti e VMO in attività Marco Guida, Filippo Meli e Paolo Mazzoleni, intende smentire con fermezza qualsiasi volontà, da parte dell’Associazione o dei suoi associati, di intraprendere percorsi di riforma che non prevedono il mantenimento della centralità dell’AIA“. E poi ancora: “In merito alla paventata adozione del modello PGMOL (…) tale ipotesi non è mai stata presa in considerazione a differenza di un possibile “modello italiano”, che l’Associazione si dichiara invece disponibile a valutare“. Sono bastate queste parole per mandare su tutte le furie chi abita ai quinto piano di via Allegri, là dove non più tardi di sei giorni fa, proprio Guida, Meli e Mazzoleni erano stati ricevuti da Gravina. Il presidente della Figc aveva accordato loro le richieste fatte (fatturazione anticipata, pagamenti disgiunti diarie/rimborsi, TFA e quant’altro) e iniziato ad introdurre il progetto, che sarebbe stato discusso a partire da oggi.
GIOCHI DI POTERE. Ieri sera, però, a Tirrenia, dove si sta tenendo il raduno arbitrale, era tutto un parla parla. Con tempismo degno di un film di Hitchcock, ecco il comunicato che, in realtà, nasconde altro. Non tanto la volontà di portare l’Aia, in caduta, ai fasti del passato, ma quella di cercare di salvare il potere (vero o presunto). Se passasse il modello inglese, il presidente dell’Aia avrebbe chiaramente meno potere e meno visibilità. E lo stesso dicasi per chi, attualmente, abita il terzo piano del palazzo del calcio, ovvero quel Daniele Orsato, tanto caro ai vertici, che così vedrebbe frantumato il suo sogno di guidare la CAN il prossimo anno. La PGMOL all’italiana potrebbe finire in mano a Rocchi, i cui rapporti con i vertici Aia sono tutt’altro che idilliaci (lo dimostra il fatto che del comunicato di ieri, che riguarda anche lui quando parla di «articolazioni tecniche», pare non fosse stato informato). Rocchi, in caso contrario, finirebbe con questa stagione il suo mandato (Orsato fino all’ultimo ha provato a sedersi su quella poltrona).