Una Fiorentina mai così completa, sulla carta, prima del ritiro. Situazioni da risolvere e alcuni acquisti da fare, ma Pioli può già lavorare su una buona base
Ieri l’annuncio, oggi l’ingresso per la prima volta al Viola Park: è cominciato ufficialmente il Pioli-bis sulla panchina della Fiorentina, ultima delle venti di Serie A ad essere assegnata per l’esigenza del tecnico parmigiano di mantenere la residenza in Arabia per almeno 183 giorni in modo tale da godere dei benefici fiscali sul contratto con l’Al-Nassr, rescisso lo scorso 25 giugno. Ma appunto era solo una questione burocratica e dubbi non ce n’erano più da settimane. Lo dimostra un fatto tanto semplice quanto importante: per l’inizio del ritiro (da domani al 27) al centro sportivo, Pioli ha già pronta la squadra titolare, alla cui costruzione nei vari ruoli tra confermati e acquisti ha contribuito da lontano. Adesso lo farà da vicino. Certo, se Kean non lo porta via nessuno, clausola o non clausola, però questo è un altro discorso: intanto, si gode una Fiorentina raramente così definita a metà luglio, scrive il Corriere dello Sport – Stadio.
AFFETTO ED EMOZIONE. Domani c’è da credere che l’allenatore sarà tra i più festeggiati al Viola Park nella serata dedicata al vernissage della squadra maschile, di quella femminile e della Under 20, in un pieno di passione e affetto che poi si trasformerà in altre e significative parole mercoledì mattina, giorno della sua presentazione: e lì si scoprirà un po’ della Fiorentina che ha in mente, del sistema di gioco, delle ambizioni personali e del club, di obiettivi e di emozioni. Da subito può su un undici che si può dire titolare con annesse alternative per ogni ruolo: altri (non molti: diciamo tre, uno per reparto) ne arriveranno e (molti) altri se ne andranno per sfoltire la rosa nel numero che è troppo alto, ma già messa così in campo è una Fiorentina che ha un suo perché.
UNDICI BASE. Con Pongracic, Comuzzo e Ranieri in difesa a protezione di De Gea, più Viti e Pablo Marí che sono alternative solo in teoria. Con Mandragora tra Fazzini e Fagioli più Dodo e Gosens sulle fasce per un centrocampo che assicura corsa, soluzioni tattiche e soprattutto tanta tecnica e qualità per un calcio sempre propositivo. Con Kean e uno tra Dzeko e Gudmundsson, sempre ricordando che qui come nel mezzo e dietro manca un innesto a settore per far salire ancora il livello.
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Redazione LaViola.it