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Corriere Fiorentino: Amrabat, i nervi tesi con Prandelli e un futuro ancora viola

Amrabat

Il marocchino sta recuperando dall’infortunio alla schiena subito contro il Parma. Da capire se potrà scendere in campo domani

Sono le delusioni forse più grandi di questa stagione. Giocatori dai quali ci si aspettava parecchio e che, invece, son finiti schiacciati dal peso delle responsabilità. Travolti, senza riuscire a emergere, da una stagione tremendamente difficile. Ce ne sono parecchi, in questa Fiorentina. Uno però, e per diversi motivi, merita il titolo di capofila: Sofyan Amrabat. Del resto, si sa. Emergere è difficile, ma è confermarsi la vera sfida. Lo scrive il Corriere Fiorentino.

«È il centrocampista più forte del campionato, fa spavento», disse di lui Ivan Juric. Ecco. Tutto, forse, nasce da lì. Un matrimonio fortunato che, a un certo punto, pareva destinato a proseguire. Da Verona, a Firenze. Dall’Hellas, alla Fiorentina. Com’è andata si sa. E il primo a restarci male, probabilmente, è stato proprio Amrabat.

Voluto con forza da Rocco Commisso che per lui ha speso 20 milioni più 1,5 di bonus, battendo ogni record della storia viola. Sofyan sperava, e forse credeva, di ritrovare il suo mentore anche all’ombra del Duomo. Qualcuno, non a caso, sussurra che fu proprio quella la molla che lo convinse a rifiutare Milan e Napoli, preferendogli la Fiorentina. Chissà.

Di certo c’è che in questa stagione Sofyan è sembrato il fratello scarso del giocatore che, in gialloblu, stupì la serie A. Qualche alto, tantissimi bassi, e un equivoco tattico tuttora irrisolto. «Può stare davanti alla difesa — ha detto di lui Cesare Prandelli — ma non è un organizzatore di gioco».

Amrabat infatti ama portare il pallone, più che farlo girare. Non solo. Anche in fase difensiva agisce molto d’impeto, rincorrendo tutto e tutti, lasciando molto spesso scoperta la sua zona. Motivi, questi, che alla lunga hanno convinto il mister che se ne potesse fare a meno.

E qua veniamo all’attualità, e a un caso che ha assunto i contorni del giallo

Tutto nasce da quella famosa sostituzione nella gara con lo Spezia. Un cambio che Sofyan non gradì, tanto da andarsene senza sedersi in panchina. «Se è vero, sarà multato», commentò il mister. C’è un retroscena, però. Un «confronto» molto duro, negli spogliatoio, a fine partita. Minuti ad altissima tensione, con tanto di intervento risolutore di Joe Barone. È stato il dg, anche con toni duri, a rimettere in «riga» il giocatore anche se, da quella serata, il rapporto col mister ne è uscito inevitabilmente incrinato.

Viene poi ecco l’esclusione di Udine e un ingresso, nella ripresa, a dir poco sconcertante. Eppure, nel match successivo (con la Roma) Prandelli lo lascia in campo per tutti i 90’, così come lo schiera dall’inizio nella sfida col Parma, quella in cui si fa male alla schiena. Un problema da poco, all’apparenza, tanto che Amrabat sembra recuperabile già per Benevento. E invece, non è nemmeno convocato.

E così siamo a questa settimana

Qualche allenamento in gruppo, qualche lavoro personalizzato. Fino alla giornata di ieri quando, l’ex Verona, è tornato a lavorare in tutto e per tutto con i compagni. Ciò non significa che domani partirà dal primo minuto. Anzi. L’ipotesi panchina pare decisamente più concreta. E il futuro? Su di lui hanno riacceso i fari in diversi (Roma e Napoli su tutti) ma la Fiorentina, nonostante tutto, pare decisa a far muro. Così vuole Commisso, e così suggerisce la logica. Cederlo, infatti, sarebbe una sconfitta. Tecnica e, particolare da non sottovalutare, economica.

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