La Fiorentina pareggia con il Crotone e chiude a quaranta punti una delle sue peggiori stagioni
Giù il sipario. Con la speranza che, la prossima, sia una recita (leggasi campionato) finalmente diverso. Divertente, magari. E — perché no — con prospettive un po’ più esaltanti che non una lunga, e spesso affannosa, battaglia per restare in serie A. Lo merita la storia di questa società. E, soprattutto, è quanto ha sempre detto di volere Rocco Commisso. Un proprietario che ribadisce in ogni occasione di aver investito parecchio sulla Fiorentina. Per ottenere però sul campo praticamente niente. Basta pensare che, con i suoi 40 punti, questa Fiorentina è la peggior dal post fallimento. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
E lo 0-0 di ieri, da questo punto di vista, è stato il più coerente dei finali possibili. Da oggi, inizia un altro film. Con un nuovo regista (Gattuso? Fonseca?) e, probabilmente, un sacco di attori diversi. Quello di ieri invece, è stato l’ultimo atto di un (triste) spettacolo. Iniziato (abbastanza) male, proseguito peggio e che, fino (quasi) alla fine, ha rischiato di concludersi in tragedia. Da Iachini, a Prandelli, fino al ritorno di Beppe. Una stagione che valeva come primo, vero esame per la nuova proprietà e che, alla fine, non può che terminare con una bocciatura. E non può certo essere la salvezza, ottenuta giusto con un paio di settimane d’anticipo rispetto alla fine del campionato, a mitigare il giudizio.
Basta pensare che, alla gara di Crotone, la Fiorentina arrivava con un primato tutt’altro che glorioso: essere la peggiore del post fallimento
Anche per questo, Beppe Iachini, voleva vincere. Per toccare quota 42 punti (comunque sette in meno rispetto all’anno scorso) e mettersi alle spalle le inguardabili squadre del 2004/2005 e del 2018/2019. Quando, la salvezza, arrivò soltanto all’ultimo minuto dell’ultima giornata.
E poi, il mister, voleva chiudere in bellezza un’avventura che, lui sì, porterà per sempre nel cuore. Festeggiava le 200 panchine in serie A, ieri, e per l’occasione ha presentato una Fiorentina vestita col miglior abito possibile. Senza concedersi ai sentimentalismi e, quindi, senza regalare una maglia da titolare a quei giocatori che, per un motivo per l’altro, hanno giocato molto meno degli altri. E allora largo a Venuti e Biraghi, con Bonaventura, Pulgar e Castrovilli in mezzo al campo e la solita coppia Ribéry-Vlahovic là davanti. A proposito. Il serbo, di stimoli, ne aveva eccome.
Segnare ancora, e vincere il duello a distanza con l’altra grande sorpresa del campionato, Simy. L’unica eccezione (obbligata) in difesa. Oltre a Dragowski, Pezzella e Milenkovic infatti, Iachini all’ultimo momento ha dovuto fare a meno pure di Igor. Ne è nata una linea totalmente inedita, con Quarta, Caceres e Maxi Olivera.
Un terzetto mai visto e che, come prevedibile, ha spesso sofferto gli attacchi del Crotone
Del resto, la dietro, i viola hanno sofferto per tutto il campionato. Il fatto di presentarsi con un reparto del genere insomma, non è stata che l’aggravante di un problema mai realmente risolto. Così come, salvo rarissime eccezioni, non s’è mai visto un calcio chissà quanto divertente. Anzi. Pretendere che si vedesse all’ultima partita, quindi, era probabilmente troppo. E nemmeno il fatto di potersela giocare in totale serenità, senza niente da perdere o da conquistare, è servito ai viola. E così, il primo tempo, è andato in archivio con qualche occasione per il Crotone, un paio di belle parate di Terracciano, e lo zero assoluto (in quanto a tiri in porta) della Fiorentina.
Una prestazione triste. Tutto sommato coerente col resto della stagione. Stesso discorso (nonostante i cambi) nella ripresa. Tanto è vero che pronti via, è stato ancora il Crotone (traversa di Messias) a sfiorare il vantaggio. E così, se si esclude un’opportunità per Bonaventura, l’unico «sussulto» è stato per l’ingresso di Kokorin. L’uomo migliore, forse, per chiudere i conti col presente, sperando in futuro migliore.
Di
Redazione LaViola.it