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Corradini a VI.IT: “Da bambino guardavo Pirlo, ora ascolto Aquilani. Felice a Firenze, ma voglio rivincere la Coppa Italia”

Corradini

Le dichiarazioni del giovane centrocampista viola in prestito dal Perugia

Nella vittoria in trasferta per 4-2 contro il Bologna nell’ultima giornata del campionato Primavera, Giovanni Corradini ha segnato il suo primo gol in maglia viola. Una rete a coronamento del percorso di crescita intrapreso negli ultimi mesi dal centrocampista classe 2002. Arrivato in sordina nel gennaio 2020 in prestito dal Perugia, in estate le due società hanno rinnovato l’accordo e dopo l’infortunio di Krastev si è preso una maglia da titolare al fianco di Agostinelli e Bianco nel centrocampo di Aquilani. Per commentare la sua crescita e per conoscerlo meglio, LaViola.it lo ha contattato in esclusiva:

Cosa ha rappresentato per te il primo gol con la maglia della Fiorentina e che emozione è stata?
Il primo gol segnato con la maglia della Fiorentina rappresenta un traguardo perché è un obiettivo che volevo raggiungere e rappresenta anche un punto di partenza per altri obiettivi futuri. L’emozione è stata molto forte perché segnare un gol dà sempre soddisfazione e ti lega alla maglia che indossi. Era più di un anno che non segnavo e ho ricevuto tanti messaggi che mi hanno fatto piacere”.

Nel gol contro il Bologna si vede la tecnica di cui disponi: come è stata la tua evoluzione da trequartista a centrocampista?
“Il cambiamento è avvenuto negli ultimi due anni che ho giocato a Perugia. All’inizio giocavo trequartista, ma poi, mano a mano c’è stato il cambiamento: il mister mi faceva giocare un tempo in un ruolo ed un tempo nell’altro, fino a che giocare a centrocampo è diventata la normalità, soprattutto quando l’assetto della squadra era più difensivo”.

Hai trovato difficoltà nel cambio ruolo?
“La difficoltà principale è stata quella di adattarmi alla nuova zona di campo più arretrata e di frenare l’istinto di propormi in avanti, rischiando di lasciare scoperta la squadra. La differenza è che da trequartista  si gioca in modo più offensivo, con l’obiettivo principale di far arrivare la squadra alla conclusione in porta, mentre da centrocampista si gioca per  dare copertura, costruire il gioco e iniziare le ripartenze, facendo da raccordo fra la linea di difesa e quella di attacco”.

Com’è il rapporto con Aquilani? In cosa è importante avere un allenatore che ha giocato nel tuo stesso ruolo (iniziando da trequartista e poi arretrando) ad alti livelli?
“Il rapporto è molto buono, mi trovo bene. Avere un allenatore che ha giocato nello stesso ruolo è un vantaggio, perché mi mette a disposizione la sua esperienza e posso avere un qualcosa in più per migliorare nel ruolo”.

C’è un consiglio in particolare che ti ha dato del quale hai fatto tesoro?
Mister Aquilani ci dice sempre che le capacità che uno ha non sono sufficienti se non sono accompagnate da determinazione, fame di arrivare e l’entusiasmo di fare, con il quale nessuna fatica è sacrificio, perché in ogni partita bisogna sempre dare il 100%, sennò qualsiasi avversario ti può battere, come spesso succede che l’ultima in classifica vince contro la prima in classifica”.

Quali erano i tuoi modelli da bambino e quali sono i tuoi idoli adesso?
“Il mio modello è sempre stato Pirlo, sia per come riusciva a giocare sia per la calma che è sempre stato in grado di mantenere anche nelle situazioni più difficili”.

Qual è stato il percorso che ti ha portato a giocare alla Fiorentina?
“Dopo aver fatto la scuola calcio, ho giocato il primo anno di giovanissimi come trequartista alla società Orvietana Calcio, al termine del quale c’è stato il trasferimento al Perugia, dove ho giocato per oltre tre anni. Durante la permanenza a Perugia, la Fiorentina mi ha convocato per dei provini e l’anno scorso mi sono trasferito qui”.

Chi ti ha trasmesso la passione per il calcio e quanto è stata importante la tua famiglia?
La passione per il calcio me l’hanno trasmessa mio fratello e mio padre. Il sostegno della mia famiglia è stato molto importante, soprattutto nei primi tempi lontano da casa”.

Quali sono le tue passioni oltre al calcio?
“No, il calcio ha tutta la mia attenzione. Per questo sport ha sacrificato famiglia, amici e in parte la scuola. II tempo libero mi piace passarlo con la mia famiglia e con gli amici di sempre”.

Che bilancio fai della tua esperienza a Firenze e quali obiettivi hai per questo finale di stagione?
“Sono molto contento di stare a Firenze e il bilancio è positivo. Spero che lo sia a lungo. L’obiettivo principale è quello di vincere di nuovo la Coppa Italia, di regalare un altro trofeo alla società e poi quello di scalare la classifica in campionato”.

Qual è il tuo sogno più grande?
Arrivare in Serie A”.

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