E’ RARO trovare un calciatore intelligente in campo che non lo sia anche fuori. Il cervello viaggia bene anche senza maglia e scarpini. Bernardo Corradi è stato un centravanti moderno quando alla fine dei Novanta si affacciava in A. Non un grande realizzatore, ma un regista offensivo sublime. Prandelli provò a portarlo in riva all’Arno, ma senza successo. Bernardo, senese del Bruco, studi classici alle spalle, una famiglia di manager e una carriera tra Chievo, Inter, Lazio, Parma, Valencia e City – ha vinto una coppa Italia a Roma e una Supercoppa Uefa in Spagna -, con una passaggio di 13 presenze e 2 gol in Nazionale, oggi è opinionista di punta Mediaset. A Coverciano si è diplomato direttore sportivo e adesso sta facendo il Master da allenatore. Conosce bene la Fiorentina, stima Sousa: «Ha fatto un grande lavoro» e da buon toscano è schietto: «Kalinic a 40 milioni lo venderei subito».
Partiamo dalla vittoria sulla Juventus: non è che adesso rivedremo a Verona una Fiorentina balbettante? «Lo spread, cioè il differenziale che marca il confine tra squadre brave e altre meno, è questo. Se la Fiorentina vuole fare il salto di qualità una partita come quella del Bentegodi non può essere sprecata».
Bernardo, che pensa della vicenda Kalinic? «Se alla Fiorentina danno tutti quei soldi, devono cederlo. Il club viola lo ha pagato poco più di 5 milioni, poniamo che ne incassi 50… Beh, 45 milioni di plusvalenza sono tanti… Anche per un centravanti fortissimo sul piano del gioco, ma che in termine realizzativi non arriva a 25 gol».
E poi? «Comprerei 2-3 giocatori e rinforzerei la squadra. Mi parrebbe un’operazione interessante. Anzi io lo venderei anche sotto la clausola, a 40 milioni chiuderei la trattativa».
Ma il sostituto? «Corvino è abilissimo, non ho difficoltà a pensare che abbia già idee chiare al riguardo, mi muoverei su una soluzione ponte per fare poi il grande colpo nel mercato estivo».
Babacar potrebbe essere il profilo giusto? «Dovrebbe esserlo perché è un patrimonio della società. E’ un calciatore di qualità seppur con caratteristiche diverse rispetto a Kalinic. In questo momento Babacar è svalutato, ma puntando sulla bravura di Sousa potrebbe essere rilanciato».
Come giudica il tecnico portoghese? «Gli allenatori vengono pesati in base ai risultati. Voglio dire che alla Fiorentina è dura vincere lo scudetto… Ma al di là di una piccola flessione, per me il suo lavoro a Firenze è stato molto valido».
Eppure ci sono state turbolenze… «E’ vero, non nego che vi siano stati frangenti di tensione con la società. Credo che questo sia dipeso anche dal carattere schietto e intellettualmente onesto di Paulo. Non gli tornavano alcuni aspetti legati al mercato e fedele al suo temperamento li ha tirati fuori, Sousa se ha qualcosa sullo stomaco lo dice».
Sembra che a giugno lui e la Fiorentina si diranno addio. «Penso che con questo allenatore si potrebbe costruire invece un percorso interessante».
Intanto a Firenze soffia il vento della gioventù: Chiesa sta impressionando. Che dice? «Ho giocato alla Lazio con suo padre. Enrico fisicamente era un uccellino, ma con una facilità di calcio e una qualità sotto porta devastanti. Federico ha più forza esplosiva. In una cosa però mi ricorda il babbo».
In quale? «Quanto ti punta, dribbla e crossa, si ingobbisce come Enrico. Come si dice da noi a Siena, mette il capo in cassetta. Me ne parlano benissimo dal punto di vista umano e credo che il babbo abbia fatto un ottimo lavoro nel prepararlo. Intanto è diventato un grande uomo».
E Bernardeschi? «E’ un talento puro e ora finalmente gioca sulla trequarti. Ma penso che quel periodo di sacrificio in fascia, che definirei di apprendistato, gli abbia giovato moltissimo»
. Su di lui farebbe bene la Fiorentina a investire per il futuro? «Per carità, sarebbe splendido, ma chiedo: se poi arrivassero offerte pazzesche come si dovrebbe comportare il club viola?».
Bernardo, da senese vero, c’è un po’ di rammarico per non aver mai giocato nella Fiorentina? «Mi sarebbe piaciuto e in alcuni casi sono andato ad un passo dall’indossare la maglia viola».
Quando? «Mi voleva Prandelli, poi sfumò tutto»
Di
Redazione LaViola.it