Zaniolo ha vissuto sulla propria pelle la gioia di una Conference vinta; la Fiorentina, al contrario, porta ancora addosso le cicatrici delle ultime due finali perse
La linea che demarca il confine tra vittoria e sconfitta può essere tremendamente sottile. E, in una finale, tale tratto è destinato ad assottigliarsi ancora di più. Nicolò Zaniolo ha vissuto sulla propria pelle la gioia di una Conference vinta; la Fiorentina, al contrario, porta ancora addosso le cicatrici delle ultime due finali perse. Ora, riuniti in un nuovo percorso europeo, sono entrambi pronti a riallacciare i fili del discorso, con l’orizzonte rivolto all’ultimo atto di Breslavia del 28 maggio, scrive il Corriere Fiorentino.
Zaniolo fu anche l’uomo della vittoria di quella coppa, col gol decisivo messo a segno nella finale col Feyenoord del 2022, stoppando l’astinenza di un titolo europeo dei giallorossi che mancava dalla Coppa delle Fiere del 1961. Il tassametro della Fiorentina, al contrario, continua a correre, dopo le due finali perse contro West Ham e Olympiacos. La gara di giovedì contro il Panathinaikos sarà l’occasione di ricominciare da zero e avrà nel classe 1999 uno degli osservati principali. Il primo mese di Zaniolo con la Fiorentina non ha certo soddisfatto ma, sebbene nei 250 minuti in campo abbia collezionato uno zero alle voci gol e assist, sarebbe ingeneroso non contestualizzare il suo febbraio viola. Il jolly offensivo di Palladino era infatti reduce da appena 563 minuti di calcio giocato (343 in serie A) nei suoi cinque mesi con la maglia dell’Atalanta, peraltro con una sola presenza da titolare (la semifinale di Supercoppa). Domenica sarà out per squalifica, motivo in più per fare una grande gara giovedì col Panathinaikos.
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Redazione LaViola.it