Le ambizioni possono attendere: la svolta non arriverà per volere divino, ma serve approcciarsi in modo diverso. Primi segnali già a Genoav
Prima ancora di sedersi per la prima volta sulla panchina della Fiorentina, Paolo Vanoli aveva chiesto ai suoi nuovi calciatori di «non perdere» laddove non fosse stato possibile vincere. A Genova la sua squadra lo ha accontentato, portando a casa un punto che non cambia la classifica ma che consente ai viola di voltare pagina. Certo, la strada per uscire da una situazione che nessuno avrebbe potuto prevedere soltanto tre mesi fa resta impervia, ma la risposta del gruppo alle sollecitazioni del nuovo tecnico c’è stata: adesso si tratta di calarsi definitivamente in una dimensione nuova, quella della salvezza. Così scrive il Corriere Fiorentino.
UMILTA’. Senza troppi giri di parole è stato proprio Vanoli a richiamare tutti all’ordine, squadra e ambiente, segnando una rottura con il recente passato inevitabile. Un vero e proprio cambio di paradigma, un salto mentale che tutti dovranno fare per abbandonare il prima possibile l’ultimo posto. In questo momento non esistono alternative al profondo bagno di umiltà (e realismo) cui è chiamato tutto l’universo Fiorentina, pena il rischio di allungare le distanze dalle dirette concorrenti. D’altronde i viola si ritrovano a fare i conti pure con un bilancio deficitario in termini di scontri diretti, almeno considerata la sconfitta con il Lecce e i pareggi raccolti contro Cagliari e Pisa cui aggiungere Genova.
LE AMBIZIONI POSSONO ATTENDERE. Insomma se fino a qui le speranze si reggevano sulla presunta certezza che questo gruppo, prima o poi, avrebbe reagito, Vanoli ha ribaltato qualsiasi scenario, ripartendo dal concetto che per vincere serve tirarsi su le maniche e smettere di credere che la Fiorentina possa vincere la prossima partita per diritto divino. Per abituarsi alla nuova dimensione viola, in cui le ambizioni per ora possono attendere, serve correre e farlo tutti nella stessa direzione.

Di
Redazione LaViola.it