La Fiorentina continua a crescere, risposte positive anche da Old Trafford. Mentalità, aggressioni alte, gestione del ritmo: “Yes, we can”
«Yes, we can». Se le tre amichevoli inglesi, e in particolare quella di ieri ad Old Trafford, dovevano rispondere alle domande riguardo la competitività della Fiorentina beh, quelle risposte non possono che essere per lo più positive. Senza voli di fantasia, e con la consapevolezza che si tratta comunque di calcio di mezza estate. Di sicuro però, anche assecondando la mentalità che Pioli sta cercando di infondere ai suoi, si può serenamente dire che ci sono tutte le condizioni per portare l’asticella un po’ più in su. Così scrive il Corriere Fiorentino.
TRE DAVANTI. Basta pensare alla sfida di ieri, e alla personalità con la quale i viola si sono esibiti sul palco del «Teatro dei Sogni». E chi si chiedeva se Pioli abbia davvero in testa una Fiorentina che giochi stabilmente con quei tre là davanti ha avuto la prova più che inequivocabile che l’allenatore ha intenzione di percorrere questa strada. Perché se ci si presenta con quel tipo di atteggiamento anche al cospetto del Manchester United vuol dire che niente e nessuno (almeno per il momento) può far cambiare idea al mister.
UNDICI. Kean, Gudmundsson e Dzeko, con Moise a far da punto di riferimento e gli altri due più liberi (soprattutto il 10) di svariare sul fronte offensivo e di abbassarsi per ricevere e distribuire palloni. E poi Sohm, subito in campo dall’inizio. All’ultima occasione buona insomma, si è vista la prova generale della Fiorentina che il 21 dovrà giocarsi l’andata del playoff di Conference. Quella con Comuzzo, Pongracic e Ranieri dietro, Dodo e Gosens sugli esterni e Fagioli in regia. In porta, va da sé, De Gea.
AGGRESSIONE E RITMO. Dopo nemmeno dieci minuti, il gol di Sohm. Un tocco di mezzo volo difficilissimo, il suo, giusto per far vedere che non è arrivato solo per portare muscoli, centimetri e sostanza. Bene, la Fiorentina. Capace di aggredire in avanti e, se necessario, di consolidare il possesso abbassando i ritmi. E poi gli scambi di posizione, Gud e Dzeko coinvolti un po’ di più e un po’ meglio (anche se devono crescere) rispetto alle precedenti uscite. Non solo. Anche quando c’è stato da difendere infatti, i viola l’hanno fatto con ordine e senza concedere granché. La rete dell’1-1 insomma, peraltro viziata da un più che sospetto fallo su Gosens, è stata quasi casuale per quello che si era visto fin lì. Anche ieri, come col Nottingham, i suoi «titolari» hanno giocato alla pari contro una big inglese e pure gli altri, con la girandola di cambi iniziata attorno al 60’, hanno tutto sommato risposto presente
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Redazione LaViola.it