Il centravanti viola non ha fretta, l’effetto domino delle punte deve ancora partire. Il Napoli deve prima cedere Osimhen, l’Arabia si allontana
Dicono che la calma sia la virtù dei forti e Moise Kean ne è la miglior dimostrazione possibile. Se da una parte infatti ci sono una città, una tifoseria e probabilmente anche un allenatore ed una società che vivono nell’attesa (e forse nell’angoscia) di sapere cosa ne sarà del centravanti, dall’altra c’è un ragazzo che tutto ha, meno che fretta. Non ci sarebbe da stupirsi quindi se la storia della clausola si concludesse proprio a ridosso del 15 luglio, scrive il Corriere Fiorentino.
IL NAPOLI. Anche perché il domino dei grandi attaccanti è appena partito e nessuno, col rischio di sbagliare, ha voglia di fare la prima mossa. Nelle ultime ore Alessandro Lucci (agente del bomber viola) ha avuto più di un contatto con il Napoli ed il club di De Laurentiis va quindi iscritto alla lista, sempre più lunga, di società che hanno preso o stanno prendendo informazioni. È proprio questa, “richiesta di informazioni”, la definizioni migliore per capire quello che sta accadendo tra i campioni d’Italia e Moise. Sempre alle prese con il caso Osimhen infatti (e così torniamo all’effetto domino) e viste le difficoltà nell’arrivare a Darwin Nunez o a Lorenzo Lucca, gli azzurri hanno alzato il telefono per capire se nella testa di Kean ci sia la voglia di rimanere a Firenze o, al contrario, quella di sfruttare la clausola e andarsene. Né più né meno, tanto per intendersi, di quanto avevano già fatto nelle scorse settimane squadre come Manchester United e Milan. Traduzione: nessuna di queste si è detta pronta a pagare i 52 milioni né ha presentato al procuratore alcun tipo di proposta concreta.
ARABIA E MILANO. Discorso diverso per gli arabi dell’Al-Qadsiah. L’offerta (15 milioni netti a stagione) è sempre sul tavolo anche se il fatto che stiano spostando le loro attenzioni su Retegui lascia intendere come la risposta di Moise non sia stata particolarmente incoraggiante. Precedenza può esser data al calcio europeo e alla Serie A, ecco perché vanno tenute le antenne dritte anche in direzione Milano. Qualora infatti l’Inter decidesse di sacrificare Marcus Thuram sull’altare degli equilibri di spogliatoio non ci sarebbe niente di strano se entrasse in scena anche il presidente nerazzurro Marotta, che per altro ha già avuto Kean ai tempi della Juventus.
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Redazione LaViola.it