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CorFio – E’ tornato l’uragano Kean, ma predica nel deserto. Peggio nella ripresa con Piccoli accanto

Moise si sblocca, l’attacco uno contro uno è un marchio di fabbrica. Poi Piccoli gli toglie spazi davanti

Il lato positivo, forse l’unico. Nella terza sconfitta consecutiva in campionato al Franchi il ritorno al gol di Kean rappresenta una nota lieta nell’ennesima partita stonata in casa Fiorentina. Il timbro del vice capocannoniere della scorsa serie A ha sancito una sorta di ritorno al passato per confermare una regola: quando il numero 20 vede giallorosso, segna. La Roma è infatti ormai una delle vittime preferite per Kean, che con il sigillo di ieri è a salito a 4 gol contro la formazione capitolina in 9 incontri e solo con il Verona (5 reti) ha un bilancio migliore. Così scrive il Corriere Fiorentino.

ATTESA FINITA. Kean ha ritrovato il gol in viola dopo 464 minuti d’attesa, al 18esimo tiro nel suo campionato, ma nel rendimento offensivo dell’intero reparto le domande continuano a superare di gran lunga le risposte. Kean in 540 minuti di serie A ha centrato lo specchio solo in due occasioni: l’anno scorso — in un campionato concluso con 51 tiri verso la porta avversaria — era riuscito a mantenere una media di 1 conclusione verso la porta ogni 53 minuti. Nell’occasione del gol — e del palo — si è però potuta riammirare la conduzione palla al piede del giocatore verso il portiere, un marchio di fabbrica che la scorsa annata aveva generato non pochi dolori sempre alla Roma (tra le tante) e sempre al Franchi.

DUE E POI TRE. Nel primo tempo la Fiorentina ha trovato spazi centralmente — da lì è passato il 44% degli attacchi viola nei primi 45 minuti — mentre nella ripresa il dato è precipitato al 23%, con la Fiorentina che ha cercato più l’ampiezza e il lavoro degli esterni, visti gli spazi sempre più intasati nel cuore della trequarti e dell’area. La presenza di Piccoli (autore della clamorosa traversa nel secondo tempo) ha in sostanza aumentato la densità abitativa della zona centrale, ma anche in parte compromesso gli spazi che Kean si era selvaggiamente conquistato nel primo tempo. L’inserimento di Dzeko nel finale non ha modificato né lo spartito né il numero di occasioni.

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