Rassegna Stampa

Cor Fio: Commisso-Juventus, tutto e il contrario di tutto in un anno e mezzo

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Sulla Superlega la Fiorentina non ha preso una posizione ufficiale. L’unica voce contraria è quella di Ribéry sui canali social personali

Fair play e rispetto. Accuse, e battute. Trattative e strette di mano. Alleanze e tradimenti. Fino ai silenzi sulla Superlega. Quella tra Rocco Commisso, la sua Fiorentina e la Juventus è una storia che parte da lontano e che, in un anno e mezzo, ha raccontato tutto e il contrario di tutto. Lo scrive il Corriere Fiorentino.

In principio (appunto) fu «rispetto». Merito del presidente viola, e della sua presa di posizione dopo gli ennesimi cori sull’Heysel. «Non li voglio più sentire — disse — così come quelli su Scirea, sui napoletani o sulle persone del sud. Vanno contro i miei principi». Ma dopo Juventus-Fiorentina del 2 febbraio 2020, 3-0 anche grazie a due rigori (a dir poco dubbi) trasformati da Ronaldo, scoppia il putiferio. «Sono disgustato — sbottò Commisso — la Juve ha 350 milioni di parco giocatori e non ha bisogno dell’aiuto dell’arbitro».

«Non ne possiamo più di sentir dire che siamo aiutati — rispose Nedved — al presidente della Fiorentina dico di prendersi un tè». «Io parlo solo con Agnelli», la controreplica di Commisso che, quella frase, non l’ha mai dimenticata. «Fino al terzo gol ho avuto paura. Perché contro di loro può sempre succedere qualcosa, anche dal punto di vista arbitrale. Ho visto quel biondino, forse si sarà dovuto prendere una camomilla», disse infatti dopo lo 0-3 nella gara d’andata di questo campionato.

E poi ancora la cessione di Chiesa (dopo il niet dell’anno precedente), e i litigi in Lega. Storia del gennaio scorso. Quando Joe Barone, furioso per essere stato prima inserito tra i candidati per un posto tra i consiglieri e poi escluso per sorteggio (metodo voluto da Agnelli) fu protagonista di una durissima lite col presidente bianconero. Sembrava la pietra tombale su qualsiasi tipo di «collaborazione». E invece no.

E qua veniamo ai giorni nostri. E alla decisione della Fiorentina di appoggiare la cordata guidata dal numero uno juventino contro l’ingresso dei fondi nella serie A

Una strana alleanza composta anche da Inter, Lazio, Verona, Atalanta e Napoli. Sfociata nella clamorosa richiesta di dimissioni del presidente Dal Pino. Una scelta di campo strana per chi, fin dal giorno del suo arrivo, si era detto pronto ad aiutare il calcio italiano a trovare nuove risorse.

Una scelta, soprattutto, tradita dal tentato golpe (con Agnelli in primissima fila) per la creazione della SuperLeague. Un tentativo nato e naufragato nel giro di 48 ore. Sul quale la Fiorentina ha mantenuto un imbarazzato silenzio.

Di certo, per il club viola, si apre ora un problema politico serio. In Lega infatti, tutti le altre società chiederanno conto non solo ad Agnelli, Marotta e Scaroni (Juventus, Inter e Milan) di quanto accaduto .Ma, inevitabilmente, anche ai club che li hanno appoggiati nella battaglia contro i fondi.

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