Ancora divisioni e polemiche nel mondo del calcio, con medici e giocatori contro i club che vorrebbero riprendere gli allenamenti.
Contagi e litigi. Il calcio è un mondo variegato, soprattutto è spaccato, tanto da non riuscire a tenere una linea comune in una situazione d’emergenza assoluta. Il pallone si è fermato in tutta Europa, o quasi, e in Italia crescono i calciatori positivi al coronavirus, non si sa quando e se si tornerà a giocare, ma intanto ci si divide sulla ripresa degli allenamenti, scrive il Corriere della Sera. I casi dei giocatori di serie A positivi al Covid-19 sono saliti ancora e, ai sette accertati nei giorni scorsi (Rugani, Gabbiadini, Colley, Ekdal, La Gumina, Thorsby e Vlahovic) se ne sono aggiunti altri quattro: i terzini Depaoli e Bereszynski, sempre della Samp, e altri due della Fiorentina, Cutrone e Pezzella. Nella lista è finito anche il fisioterapista della squadra viola Stefano Dainelli, mentre Amedeo Baldari, il medico della Samp (8 casi in totale finora), è stato ricoverato in via precauzionale all’ospedale San Martino di Genova.
ALLENARSI. Nonostante il caos le componenti del calcio litigano sugli allenamenti. In serie A sono tutti fermi, ma alcuni club chiedono di ricominciare, nonostante sia sempre più difficile pronosticare quando ripartirà il campionato: l’ipotesi più gettonata è il 2 maggio. Il decreto del governo vieta gli assembramenti, ma permette gli allenamenti ai club. I medici di serie A sono duri: «Esprimiamo preoccupazione per la salute dei tesserati qualora venissero ripresi gli allenamenti. Consigliamo di non ricominciare l’attività».
VLAHOVIC. I giocatori al momento stanno seguendo tabelle di lavoro personalizzate, chi a casa chi facendo attività fisica fuori. Vlahovic, quando ancora non sapeva di essere positivo, è andato a correre in un parco di Firenze. Lì alcuni tifosi lo hanno fermato per un selfie. Il risultato è che ora si cercano le persone venute a contatto con l’attaccante serbo: finiranno in isolamento.
I CLUB. Già nell’assemblea di Lega di due giorni fa il presidente della Lazio, Claudio Lotito, spalleggiato dal Napoli, aveva chiesto di ricominciare mandando tutti in ritiro, a suo dire per proteggere i giocatori. Agnelli gli aveva risposto: «Pensi solo alla classifica». Fatto sta che l’Atalanta lunedì dovrebbe riprendere l’attività, la Roma mercoledì.
NO DEI GIOCATORI. L’Aic ha preso una posizione durissima contro i club. «Siamo indignati per un comportamento scriteriato», la denuncia in un lungo comunicato. «Alcune società si ostinano a convocare gli atleti per allenamenti in piccoli gruppi o, peggio ancora, per il controllo quotidiano della temperatura. È un atto vergognosamente irresponsabile nei confronti di chi è costretto a muoversi per garantire un minimo di servizi, ma soprattutto di medici, infermieri e personale sanitario che ci implora di restare a casa. Significa che i club vivono su Marte. Se invece la convocazione è volta a ottenere un rifiuto dei giocatori, così da decurtargli lo stipendio, significa che stiamo raschiando il fondo del barile della dignità». Se ne riparlerà domani in una nuova assemblea di Lega, sperando di trovare un’intesa.

Di
Redazione LaViola.it