Rassegna Stampa
Conference, la Fiorentina si gioca l’Europa ma anche la credibilità
Contro gli ungheresi per giocarsi l’accesso alla prossima Conference League in una serata che non sarà affatto facile
Come nel 2022 (Twente), come nel 2023 (Rapid Vienna). Per il terzo anno consecutivo la Fiorentina vive la sua notte da dentro o fuori: l’Europa è lì, va conquistata ancora una volta. Non è mai stato semplice, in nessuna occasione. Tantomeno oggi. C’è un alone di ansia che avvolge i viola: è fine agosto, è un periodo di rodaggio, le insidie sono tante e la paura di non farcela esiste. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.
Stasera in Ungheria, contro una Puskas Akademia che è meno malleabile di quanto credevamo (è in testa alla classifica del campionato con quattro vittorie in quattro partite), la Fiorentina si gioca l’Europa ma anche un pezzo di credibilità del nuovo progetto tecnico affidato a Palladino. Oltre ai milioni che la Conference League assicura a chi va avanti, anzi molto avanti, come è accaduto nelle ultime due stagioni ai viola.
Però, come dicevamo, ci si avvicina a questo evento con un’inquietudine estrema, frutto di molti aspetti
Le tre deludenti prestazioni nelle prime tre gare ufficiali della stagione, una campagna acquisti che nelle tempistiche non ha assecondato le necessità di un allenatore nuovo, un ambiente che ha già iniziato a contestare riprendendo i fili del duro attacco della curva Fiesole dopo la finale di Atene, un cambiamento tattico (con la difesa a tre) che ancora non è stato assorbito.
La Fiorentina è un cantiere che non doveva essere così aperto come appare oggi: si sapeva che ci sarebbe stato il playoff di Conference. Quindi stasera serve un colpo di spugna sopra l’inquietudine. A Firenze c’è chi pensa che quest’anno sarebbe meglio lasciar perdere la Conference per concentrarsi su campionato e Coppa Italia. Dopo due finali perse, è un sentimento che si può (a fatica) comprendere. Ma non fa assolutamente rima con ambizione, la parola base del progetto Fiorentina, come hanno raccontato i dirigenti in questi mesi.
E non fa rima neppure con il legittimo desiderio di Palladino di confrontarsi per la prima volta con l’Europa. La Fiorentina deve viaggiare oltre confine anche questa stagione: sarebbe davvero brutto che la squadra due volte finalista venisse eliminata al playoff. Eppoi Firenze ha bisogno di certezze, di credere nel nuovo corso, di accantonare l’ennesima cessione alla Juve. La città vuole sentirsi di nuovo viva e vicina a un sentimento che si chiama orgoglio: questa è la notte per restituirglielo. Non tutto, ma almeno un pezzetto.