L’argentino entrato male contro il Milan, dopo l’infortunio fatica a ritrovarsi. Ma la Fiorentina ha bisogno delle sue giocate
Il vero Nico Gonzalez, in tutti i sensi. Quello che non avrebbe potuto essere sabato sera contro il Milan, rientrato dall’Argentina appena quarant’otto ore prima, dopo dieci giorni di assenza dal Viola Park per gli impegni con la Nazionale di Scaloni, ma nemmeno quello che è stato per lui questo 2024, una volta tornato in campo dall’infortunio subìto il 14 dicembre a Budapest in casa del Ferencvaros. No, alla Fiorentina e a Vincenzo Italiano serve il Nico Gonzalez che determina: perché domani sera c’è in palio mezza finale di Coppa Italia e all’Olimpico ci andrà chi ha i calciatori che decidono, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
QUALITA’ E SOSTANZA. Il numero 10 viola è uno di questi, senza dubbio, seppur a manciate sparse qua e là della sua tecnica, del suo tiro non solo mancino (il gol più bello in stagione l’ha segnato al Frosinone di destro), del suo essere agonista al livello più alto per trascinare i compagni. Ma per riuscirci dev’essere al top della condizione, così da poter abbinare corsa e forza atletica che sono essenziali per esprimere le doti evidenti e riconosciute. Quand’è entrato contro il Milan s’è visto che non era il miglior Nico, come non lo è stato dalla mezz’ora finale di Fiorentina-Inter del 28 gennaio (partita e giorno del rientro), in un crescendo di minuti disputati, ma non di rendimento.
L’ALTRO NICO. Per battere l’Atalanta domani sera, mettere le mani su un pezzo di finale (bis) di Coppa Italia e andare mercoledì 24 a Bergamo con un vantaggio comunque significativo, a Italiano serve l’altro Nico. Quello che certo non si giudica da un calcio di rigore, però ne segna dieci su dieci in maglia viola prima di sbagliarne due su due in questo 2024, e che fino all’infortunio realizza sei gol in campionato (ben cinque nelle prime sette gare disputate) e tre in Conference, di cui due nel ritorno a Firenze col Rapid Vienna per ribaltare l’1-0 al passivo in Austria e accompagnare la squadra ai gironi. Quello che impegna due avversari (il marcatore diretto e chi lo raddoppia) e che ti dà una mano anche in fase di copertura, per poi scattare a mille all’ora in contropiede.

Di
Redazione LaViola.it