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Con la Samp è mancata solo la vittoria. Sousa e quella squadra costruita da Corvino non sua. L’ex Pradè, il ‘demotivatore’, Cognigni e la sede viola

E’ mancata solo la vittoria. Che la Fiorentina avrebbe ampiamento meritato. Per il gioco espresso, soprattutto nel secondo tempo, per le tante occasioni gol create, per i legni della porta della Sampdoria colpiti più volte. Una Fiorentina viva, di carattere e personalità, che ha dimostrato di stare col suo allenatore.

Nel primo tempo la squadra di Sousa ha dovuto combattere soprattutto con la velocità degli avversari, col pressing che portava i giocatori della Sampdoria a raddoppiare sul portatore di palla. Sampdoria che è stata brava e cinica a sfruttare al meglio gli errori della Fiorentina.

Un pareggio che avrebbe permesso alla squadra di Paulo Sousa di accorciare ulteriormente sulle squadre che la precedano in classifica, in lotta per l’Europa League. Peccato per quel primo tempo, che senza gli errori di casa viola avrebbe messo la partita in una situazione più positiva per la formazione gigliata.

A proposito dei primi tempi, Sousa dovrà lavorare molto su un a statistica negativa: nelle ultime cinque partite la Fiorentina non è riuscita a segnare nel primo tempo. Qualcosa c’è, non può essere frutto del caso.

A fine partita Paulo Sousa, nell’analizzare la prestazione della squadra, ha voluto sottolineare che “La squadra non è mia, io la alleno”. Un messaggio chiaro, inequivocabile. Diretto all’operato di Pantaleo Corvino, ma anche quello della società, in fase di mercato estivo e invernale. In sostanza si ritrova ad allenare una squadra non costruita, condivisa, assieme a lui. Probabilmente avrebbe voluto a Firenze giocatori (alcuni) diversi da quelli poi sono arrivati. Invece si è ritrovato con giocatori da far crescere e e migliorarli per il campionato italiano.

Una situazione che dovrà far riflettere i Della Valle. Ma non solo su questo. Perché se a inizio stagione con Andrea Della Valle a Moena, poi con Pantaleo Corvino, ma anche attraverso altri dirigenti, era stato ribadito più volte, anche alcune settimana fa nella conferenza stampa ‘congiunta’ con Gonzalo Rodriguez e Paulo Sousa, che l’obiettivo era quello di tornare in Europa, qualcuno, forse, si è dimenticato di dirlo al proprio allenatore, a Paulo Sousa: “Noi non siamo una squadra per rincorrere l’obiettivo Europa, ma per essere competitivi e poi tirare una somma. Ci sono tante squadre competitive, noi non abbiamo mai detto che c’era l’obiettivo Europa. Lo abbiamo sempre detto con Corvino. C’è l’obbligo di fare bene e dare sempre il massimo. Abbiamo dimostrato di poter vincere con chiunque, se mettiamo la qualità di oggi. Non mollando mai fino alla fine”. Ha detto Sousa al termine della gara pareggiata contro la Sampdoria. Una situazione che deve essere chiarita al più presto.

Infine, una considerazione, che può essere giusta ma anche errata: la settimana scorsa il Corriere dello Sport Stadio ha intervistato l’ex direttore sportivo della Fiorentina Daniele Pradè. Non ha fatto il suo nome ma dalle sue parole, nello spiegare il suo rapporto di lavoro alla Fiorentina, dopo aver ringraziato tutti, a iniziare dai Della Valle, è come se avesse indicato nel presidente Mario Cognigni l’uomo nero della società, il ‘demotivatore’. Parole che sicuramente sono state ‘pesanti’ e che hanno fatto e faranno discutere. Nelle sue dichiarazioni Pradè, e qui c’è l’altro lato della vicenda, ha detto che così veniva chiamato in società quando lui era alla Fiorentina e così viene chiamato anche oggi. Come dire che è il pensiero, di chi lavora (alcuni) all’interno della sede della Fiorentina, che si ha del presidente Mario Cognigni.

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