Con la cessione di Kalinic si polverizzerebbe il record della plusvalenza di Alonso

Nikola Kalinic, è lui il nome cui ruota il mercato della Fiorentina. La clausola rescissoria ne ha fissato il prezzo, adesso sta al giocatore decidere se cedere alle lusinghe dei soldi cinesi. Se fossero vere le cifre che circolano sui giornali, chi potrebbe dire di no? Il costo del cartellino, fissato dalla dirigenza viola, è di 50 milioni di euro tondi tondi.

Arrivato a Firenze nell’estate del 2015 con un esborso di poco superiore ai 5 milioni di euro, potrebbe essere questa la più grossa plusvalenza dell’era Della Valle. Fino ad oggi, infatti, è stata la cessione di Alonso che si meritava la palma di miglior affare: arrivato a 0 e rivenduto per una cifra di poco inferiore a 30 milioni di euro. In questa, se non altro, la Fiorentina migliora in ogni sessione di mercato. Chiaro che davanti a queste cifre è impossibile, e forse anche ingiusto, dire di no. Quello che preoccupa di più i tifosi non è chi parte ma chi arriva in maglia viola.

Già in passato ci sono state alcune plusvalenze importanti. Tralasciando Batistuta, Toldo e Rui Costa arrivate in epoca diversa, con una proprietà diversa e, soprattutto, in un momento della storia viola a dir poco travagliato, negli ultimi anni si va dai 30 milioni presi per Jovetic, acquistato a 8, dal Manchester City, passando per Behrami preso ad 1 e venduto a 8 al Napoli. Nastasic e Savic hanno portato una valanga di milioni nelle casse viola. Così come hanno rappresentato importanti plusvalenze Ljajic, preso a 6,5 e venduto ad 11 + bonus. Cuadrado venduto a 30 milioni è stato pagato una ventina tra riscatti e prestiti onerosi, Felipe Melo preso a 8 e venduto a 25, ed anche Pazzini che venne preso a 6,5 e venduto a poco più di 9.

Tutte operazioni suddivise tra Corvino–Pradè–Macia–e ancora Corvino. Quella di Kalinic, come detto, rappresenterebbe il top di questa classifica. Con buona pace di chi non crede che i 50 milioni per Kalinic (o forse 45) vengano reinvestiti per migliorare la rosa.