Rassegna Stampa
Commozione e lacrime per l’imperatore Fatih Terim
SI SCHERZAVA banalmente nell’avvicinarsi a Fiorentina-Cagliari. Più o meno così; vuoi vedere che il non ancora anziano e beninteso sempre valido Bernardeschi darà il calcio d’inizio tra quattro anni nella partita inaugurale nel nuovo stadio di Novoli chiamato così e basta, ma presto infurieranno le proposte per un nome serio quel giorno ci sa sarà l’esordio del nipote del primo Chiesa in viola. Allo stadio, bella gente uscita da casa nostra e ora in giro per il mondo.
TIPO TERIM il turco e il molto inglese Ranieri, che tuttavia non ignorano il richiamo della Torre di Maratona: due allenatori protagonisti della storia della Fiorentina, entrambi rimasti nel cuore della tifoseria per motivazioni diverse. Molto di più certo Terim, che ha l’anima del combattente. Sempre petto in fuori, ma capace anche di commuoversi, come è successo anche ieri al Franchi.
E ORA la partita, finalmente, l’ha fatta la Fiorentina, l’ha sopportata bene il Cagliari, che tra l’altro ha preso un palo con Sau e ha fatto correre un bel brivido sulla schiena di Sousa. Malumori sugli spalti verso la fine per la sostituzione di Bernardeschi, si andava incontro al terzo pareggio di fila della Viola e a nuove polemiche. Siccome però il calcio è meraviglioso e perverso, illude, delude, punisce, esalta, ecco la rete di Kalinic anche per chi era già per la strada a ripetere le consuete parolacce.