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Commisso, ‘sfida’ alla burocrazia: nuovo stadio decisivo. Un anno a Firenze e la voglia di puntare in alto
I tifosi si sono schierati apertamente con Rocco: un passaggio non banale. Vertonghen, Tonali e gli altri: la Viola compete con le grandi
I tifosi sono con Rocco Commisso. Un appoggio totale al presidente viola nella ‘battaglia’ per il nuovo stadio. Se c’era qualche dubbio sulla reazione della tifoseria sull’ipotesi Campi Bisenzio, per lo spostamento della Fiorentina dal Comune all’Area Metropolitana di Firenze, le decine di striscioni di sabato notte hanno segnato un passaggio netto. Troppo importante un nuovo stadio per l’ambizioso progetto di Rocco, pronto ad investire ancora, una cifra vicina ai 300 milioni, per realizzare il nuovo impianto della Fiorentina. Uno snodo cruciale, decisivo, per riportare la società viola a grandi livelli in Italia e in Europa. I fiorentini l’hanno capito, si sono schierati subito con Commisso. E se il patron viola voleva ‘tastare’ il polso della città sulla possibilità di costruire lo stadio fuori Firenze, beh, la risposta è stata forte e chiara.
CAMPI, ‘PARTITA’ LUNGA. Del resto, negli ultimi giorni si sono intensificati i rapporti con la famiglia Casini, proprietaria dei terreni di fianco all’Asmana che già i Della Valle avevano opzionato negli scorsi mesi. Si parla già di una bozza di accordo, ovviamente vincolato alla possibilità di realizzare lo stadio. Perchè la ‘partita’, anche a Campi, sarà lunga e tortuosa. Specie per viabilità, infrastrutture, varianti e permessi vari. Specie se la politica decidesse di mettersi ‘di traverso’ dopo il tramonto dell’ipotesi Mercafir e le difficoltà per il restyling del Franchi. Già da Toscana Aeroporti, pur essendo vicini alla società viola in diversi progetti, fanno sapere di essere pronti alla ‘battaglia legale’ nel caso di affondo per il nuovo stadio, che “interferirebbe con la nuova pista” dell’aeroporto. Altro tema cruciale per lo sviluppo di Firenze, tra ricorsi e contro-ricorsi.
‘SFIDA’ ALLA BUROCRAZIA. E’ la ‘sfida’ di Commisso alla burocrazia italiana. Dopo aver inizialmente tentato la strada del restyling del Franchi, dopo aver lavorato a lungo all’ipotesi Mercafir fino alla nuova illusione, degli ultimi, sullo stadio del Nervi legata alle possibili nuove leggi sulla ristrutturazione di impianti sportivi. “Non investirò nemmeno un centesimo se i miei suggerimenti (per la ristrutturazione del Franchi) saranno poi sindacati. Sono pronto al dialogo ma le mie decisioni non possono essere messe in dubbio. Sono pronto al dialogo per trovare una sintesi tra esigenza di rendere il Franchi uno stadio moderno e mantenere tutto il significato e la forza simbolica che ha sempre avuto, ma questo lo si può ottenere solo se verranno eliminati i paletti burocratici che fino a oggi hanno ostacolato sia il progetto del Franchi come quello del nuovo impianto nell’area Mercafir di Firenze. Noi siamo pronti a investire oltre 300 milioni di euro per lo stadio e per la zona commerciale e alberghiera ma non ad addossarci le responsabilità fiscali e le spese per il recupero ambientale”. Più chiaro di così… Palazzo Vecchio ci proverà ancora, anche perché il Franchi, Commisso o non Commisso, avrà bisogno presto di una ristrutturazione importante. E senza i soldi del proprietario viola diventerebbe tutto più complicato. Ma, oggi, la soluzione Campi pare davvero più vicina. Burocrazia permettendo.
UN ANNO A FIRENZE. Commisso sabato 6 giugno festeggerà il primo anno di presidenza della Fiorentina. Una stagione complicata sul campo e sul fronte stadio, ma in cui ha ‘assaggiato’ da vicino il calcio italiano gettando le prime basi del futuro. Con il ritorno del campionato cresce anche la voglia di tornare a Firenze. Se la situazione Coronavirus dovesse, finalmente, essere sotto controllo, il presidente viola potrebbe tornare a vedere dal vivo la sua squadra. Anche perché in città, tra stadio, centro sportivo e contratti pesanti da discutere (Chiesa e Milenkovic), avrebbe diverse situazioni da affrontare in prima persona. Rocco, intanto, è in costante contatto con i suoi dirigenti. Con Barone, chiaramente, e con Pradè, che lavorano già alla squadra del futuro. Prima c’è da finire però questo campionato.
OBIETTIVO BRESCIA. A proposito: la data di lunedì 22 giugno, alle ore 19.30, fissa finalmente un obiettivo ufficiale per la ripresa della squadra di Iachini. Prima di 12 partite da giocarsi nell’arco di 41/42 giorni. Un ritmo da una gara ogni tre giorni, sotto il caldo estivo. Virus permettendo. Ci sarà subito da togliersi dalla zona ‘pericolosa’ di classifica, sarà l’occasione anche per un nuovo inizio per una squadra che prima della sosta stava trovando una sua identità, ma che sul campo comunque faticava a decollare. Ma con un Ribery in più, sicuramente sarà più facile dare una sterzata positiva. Ci sarà bisogno di tutta la rosa ‘sul pezzo’, perché i ritmi saranno frenetici. Iachini sta facendo lavorare sodo i suoi, ha paura del rischio infortuni e dovrà gestire una rosa non preparata ai tre impegni settimanali. Avrà anche il beneficio di cinque sostituzioni anziché tre, si giocherà il futuro in dodici partite. Una bella sfida, anche per Beppe.
MOVIMENTI IN DIFESA. Mentre fuori dal campo, dicevamo, Pradè e Barone continuano a pensare la Fiorentina che verrà. Ormai è chiaro che in difesa saranno da fare valutazioni importanti: la società si incontrerà con Milenkovic a fine campionato, la priorità è il rinnovo (scadenza giugno 2022) ma il serbo classe ’97 ha mercato e piace a club importanti in Italia e all’estero. Pezzella, invece, vorrebbe fortemente rimanere come capitano di una squadra finalmente più ambiziosa e in grado di puntare all’Europa, ma la società sta riflettendo dal punto di vista tecnico. Già un anno fa si cercava un difensore importante che fungesse da ‘regista arretrato’, che facesse partire l’azione dal basso. Vedremo se ci saranno sviluppi (Napoli e Roma osservano). A sinistra per Dalbert ci saranno da allacciare i discorsi con l’Inter, visto che è in prestito secco (si potrebbe rinnovare l’accordo). Gli obiettivi in entrata, però, confermano l’ambizione viola per la prossima stagione. Chiaro che, per una squadra che da un anno e mezzo lotta nella parte bassa di classifica, e che da quattro anni non gioca l’Europa, è complicato prendere subito dei veri top player. Ma la Fiorentina sta comunque cercando giocatori di livello. Che rappresentino in modi diversi delle scommesse, sì, ma dal profilo elevato. Come Vertonghen: 33 anni sì, ma finalista di Champions con il Tottenham e pilastro per oltre 10 anni della Nazionale belga.
‘BATTAGLIA’ ALLE BIG. La Fiorentina sfida le big, anche per arrivare a uno che in Inghilterra guadagna quasi 6 milioni di euro. Come nella ‘battaglia’ vinta per Amrabat, preso in anticipo in mezzo al pressing del Napoli e non solo. E che dire di Tonali? “La Fiorentina farebbe carte false”, ha ammesso Cellino. Già da un anno i viola provano a prenderlo, pure in mezzo all’asta con Inter, Juve e le grandi estere (difficile, però, credere ai 65 milioni più due giocatori offerti dal Barcellona, come dichiarato dal presidente del Brescia). La Fiorentina comunque c’è, ancora, e non si tira indietro. Anche se sarà quasi impossibile. Ma è indice, ancora una volta, delle ambizioni di Commisso. Dopo qualche errore nel primo mercato, dopo i 70 milioni investiti a gennaio, dopo i tempi record per il centro sportivo. La prossima Fiorentina ripartirà da Castrovilli, da Vlahovic, forse anche da Chiesa. E da Ribery. Uno che ha una voglia matta di dimostrare di essere ancora un ‘top’. E di trascinare la Fiorentina prima fuori dalle sabbie mobili, e poi in Europa.