Tribuna gremita da migliaia di persone, Firenze ritrova entusiasmo e passione. Attesa per allenatore e ds. La battaglia di Commisso per il FPF e l’intrigo Moena
Nemmeno il più inguaribile ottimista poteva immaginare, soltanto un mese fa, una Tribuna del Franchi gremita e vestita a festa in un caldo pomeriggio di inizio giugno. Migliaia i tifosi viola che hanno voluto osannare Rocco Commisso, in un clima di ‘liberazione’ da un torpore che aveva avvolto il club e la squadra da troppo tempo. Sugli spalti in tantissimi: grandi, piccini, anziani. Tutti accomunati dalla voglia di tornare a sognare. C’era voglia di semplicità, di sentirsi di nuovo tifosi di una squadra di calcio e non di un’azienda, con conti splendidi (ci mancherebbe, va riconosciuto), ma tremendamente asettica nei sentimenti. Alla Fiorentina dell’ultimo periodo mancava il cuore, la passione di chi è andato in campo fino alla fine e di chi ha guidato la nave per diciassette anni. La gran parte dei quali, è onesto dirlo, condotti bene anche dal punto di vista sportivo.
Ma del passato, ieri pomeriggio, importava veramente poco a tutti. Troppa la voglia di urlare, gioire, scandire il nome di Rocco Commisso. Richiesta chiara e diretta: “Oh Commisso portaci in Europa”. Si riparte da qui, dalla voglia di lottare per un traguardo reale. Il nuovo proprietario della Fiorentina (più avanti scopriremo che tipo di carica ricoprirà nell’organigramma) non si è sottratto al bagno di folla, persino commosso, dopo la conferenza stampa di presentazione. Davanti ai microfoni è scappato via dalle domande più interessanti per i tifosi. Diversi argomenti tabù, dal nuovo ds, all’allenatore. Presto per parlarne, anche perché Montella è volato in India per le vacanze, ragion per cui è impossibile un incontro a strettissimo giro di posta. Commisso resterà a Firenze ancora qualche giorno, insieme al figlio ed al fido Joe Barone, nuovo idolo della tifoseria, che gli ha dedicato anche un coro nel corso del pomeriggio di ieri. L’impressione è che Commisso voglia chiudere alcuni discorsi prima di tornare negli Stati Uniti per qualche giorno, anche perché fra un paio di settimane tornerà di nuovo in città, invitato dal Sindaco per la finale del Calcio Storico, dove probabilmente sarà Magnifico Messere.
Interessanti due passaggi della conferenza stampa. Il primo riguarda l’organizzazione dell’estate per la squadra. Commisso ha rivelato che la Fiorentina parteciperà alla prossima Internacional Champions Cup 2019. Di tutti i tornei estivi, sicuramente il più prestigioso. La squadra viola prenderà il posto della Roma, che deve rinunciare per disputare i preliminari di Europa League. Viola in campo contro Arsenal e Las Chivas de Guadalajara, con la prima partita che dovrebbe essere il 17 luglio, ovvero in pieno ritiro di Moena. Ecco quindi che qualcosa cambierà. O la Fiorentina deciderà di anticipare di una settimana raduno e ritiro (disponibilità dell’albergo permettendo), o il ritiro stesso sarà accorciato. Facile prevedere che, dovendo essere in campo il 17, la squadra debba partire per gli Stati Uniti almeno il 15, se non prima. Vedremo quale decisione sarà presa.
L’altro aspetto, molto più importante, riguarda il Fair Play Finanziario. Parola alla quale siamo abituati molto bene, ma stavolta da pronunciare in un contesto completamente diverso. Se spesso è stato quasi una scusa per fare investimenti oculati, d’ora in avanti non sarà così. Rocco Commisso è deciso a combattere i fitti paletti messi dalla Uefa per le nuove proprietà straniere che entrano nel calcio italiano (e non solo italiano, evidentemente). Commisso, in poche parole, non può spendere e spandere tutti i soldi che vuole per la Fiorentina, ma deve seguire delle regole. Regole che, per lui, sono troppo restrittive e lo stesso Commisso si è augurato che la Uefa possa inizialmente chiudere un occhio, come è stato fatto per club come Manchester City, PSG e Milan. Concetto che fa capire molto bene quale sia la voglia di investire e che ribalta completamente il concetto di FPF a cui ci eravamo dovuti inchinare fino a pochi giorni fa.
Di
Alessandro Latini