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Commisso: “Pensano che con le critiche mi butteranno fuori, ma non possono cacciare Rocco. I Medici…”
Intervista al presidente della Fiorentina in America: “I tifosi sono tutto, ma possono essere cattivi se non vinci. Non c’è nessuno che abbia messo così tanti soldi in poco tempo”
Rocco Commisso è stato intervistato (il 18 settembre 2022) da 60 Minutes sulla CBS nell’ambito di un reportage sulla sua esperienza a Firenze. Il presidente della Fiorentina viene descritto come un miliardario proprietario di un impero della tv via cavo, che non possiede uno yacht o un jet privato, ma ha sborsato 17 milioni di dollari per acquistare la Fiorentina. I tifosi, continua il media americano, “gli chiedono di continuo di pagare qualunque cifra per riportare uno scudetto a Firenze, dopo aver cacciato via il precedente proprietario perché stufi di aspettare”.
CRITICHE. “Ma non possono cacciare Rocco da qui, sai?”, risponde Commisso. “Pensano che mi criticheranno e mi butteranno fuori. Loro, no, non può succedere. Rocco è un po’ diverso. Ricevo più critiche qui che in 1.500 comunità negli Stati Uniti”. A volte il presidente viola se l’è presa con la ‘stampa spietata’, continua 60 Minutes, ma Commisso non ha mai messo in dubbio l’acquisto della squadra: “Ho preso la decisione. Mi atterrò alla decisione”.
I TIFOSI E I MEDICI. Durante le partite mastica gomma alla nicotina. Quante? “Quindici, venti a partita”. Continua Commisso: “I tifosi sono tutto, ma possono essere cattivi se non vinci. Qui non c’è stato nessuno che abbia messo i soldi che ho messo io in poco tempo. E torno ai Medici, di 500 anni fa. Se perdo 500 milioni di dollari, non andrò di nuovo a lavare i piatti come facevo quando ero giovane, quindi fai attenzione a quello che fai perché non sai cosa succederà dopo”.
SQUADRA. “Quando sono venuto qui, ho detto tre cose: fast, fast, fast, costi giusti e controllo. Controllo o niente soldi di Rocco, funziona così. Più difficile gestire Mediacom o una squadra di calcio? La seconda è molto più difficile. Ricevo più critiche qui che in 1500 comunità negli Stati Uniti. I giocatori? Il mio lavoro è abbracciarli e baciarli, abbracciarli e sperare che facciano meglio la prossima volta. Discorsi duri? Non importa, capiscono indirettamente il messaggio, che le cose devono cambiare”.
AMERICA. Poi sulla sua vita: “L’America è davvero la terra delle opportunità, questa povera anima è diventato qualcosa, qualcuno. E’ la bellezza dell’America. Venivo pagato un dollaro l’ora, e ci ho pagato quattro anni di scuola a Mount Saint Michael. Mi descrivo nel senso buono di hustler (imbroglione), perché cerco sempre un modo per raggiungere un certo obiettivo. Non mollare mai, non accettare un no come risposta”.