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Commisso: “Nicchi? Se è una minaccia risponderemo. Amrabat un genio”

Le dichiarazioni del presidente viola sulla sconfitta con la Juventus e non solo

Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, ha parlato a Radio Bruno per commentare la sconfitta di ieri contro la Juventus:

Sono venuto qui a giugno e devo difendere gli interessi miei e dei tifosi, rappresento la città di Firenze. Ho parlato di varie cose, stadio, politica e centro sportivo… Sugli arbitri non ho mai parlato finora, quando ci hanno fatto male a Pezzella e Ribery, neanche la prima giornata. Leggo molto, sento il calore che mi hanno dato i fiorentini dal primo giorno e la responsabilità di rappresentarli, quando posso. Questo è il mio dovere. Ho difeso i miei interessi e quelli di tutti i fiorentini. I ragazzi negli spogliatoi erano travagliati. Dragowski stava tirando dei calci a non finire, allora mi son detto che stasera vado io a parlare”. 

AGNELLI. “Sarebbe bello se si facesse uno stadio a Firenze. Non hanno speso molti soldi, 130 milioni. E ci sta per uno stadio bello come il loro. Mi hanno fatto vedere tutti i posti, ed è bellissimo. Prima della partita ho voluto ringraziare Agnelli perché la sera prima ero stato a visitare l’Allianz Stadium. Ho visitato gli spogliatoi ed è stato tutto molto bello. Non c’è stato nessuno juventino che mi ha offeso, sono stati molto bravi e voglio ringraziarli. Non ce l’ho con loro, ho solo detto che non hanno bisogno degli aiuto degli arbitri per vincere le partite”.

NEDVED. “Quando la Juventus è venuta a Firenze a settembre, prima di tutto Buffon si è dimostrato un grandissimo galantuomo e l’ho ringraziato per tutto quello che ha fatto anche per l’Italia. All’andata parlai anche cinque minuti con Sarri, che se vi ricordate non stava molto bene. Nedved all’andata non ha alzato nemmeno la testa per salutarmi: non so chi gli dia questa arroganza. Pradè e Joe Barone non hanno mai fatto queste cose. Se fosse un mio dirigente io gli direi che così non ci si comporta. Non mi è piaciuta la battuta di Lapo: poveretto lasciamolo stare, ha i suoi problemi”.

LE PAROLE DI NICCHI. “Non so come si fanno le cose qui in Italia. Se è una minaccia, gli daremo una risposta in modo formale e privata. L’organizzazione degli arbitri la vedo come quella dei giudici. Io devo far in modo di difendere la Fiorentina. Gli arbitri se devono fare i giudici allora per essere corretti devono stare zitti. Non sarò mai tranquillo perché ho già visto molto. Sono andato a Coverciano e ho parlato con Gravina. Non sono mai andato in Lega ancora e non è stato ancora fatto l’ufficio della Serie A a New York”.

BUSINESS. “Ho sentito commenti in questi giorni da parte di interlocutori che dovrebbero stare zitti perché di business non sanno niente e non voglio dargli importanza perché non voglio abbassarmi al loro livello. In Italia adesso ci sono molte proprietà straniere e il futuro del calcio italiano passa dall’aumento dei ricavi, perché senza quelli non si comprano i giocatori forti. Spero di riuscire a costruire lo stadio in tempi brevi”.

MERCATO. “Ho speso perché i risultati non arrivavano. L’infortunio di Ribery è stato un brutto colpo. Abbiamo decidere di spendere ora così saremmo stati più pronti in vista del prossimo anno. Pradé? Sono contento del suo operato, vedremo giorno per giorno. Lui e Iachini hanno la mia fiducia. Amrabat è stato fortemente voluto da me. Sono rimasto colpito da lui. Quando l’ho visto nella partita contro di noi, dove il Verona ci ha battuto, mi sono detto ‘ma questo è un genio’. Vi svelo che lui è venuto qualche settimana qua a Firenze”.

CHIESA. “Ho incontrato il suo padre e Federico ha un umore buonissimo in queste settimane. Ieri era arrabbiatissimo e quello che ho detto l’ho fatto anche per lui. Io nella mia azienda non ho contratti, ma 4500 dipendenti e qui in Italia non si usa fare così. Quando uno se ne vuole andare è libero di farlo. In Italia è differente, i giocatori non sono bandiere come lo erano una volta e ci sono i procuratori di mezzo: qualcosa sotto questo punto di vista va cambiato”.

CALCIO ITALIANO. “Io sono un tipo istintivo e ieri non h contattato i miei avvocati prima di parlare, sono andato lì e se ho sbagliato pazienza. Nel calcio italiano devono aumentare i ricavi”. 

 

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