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Commisso, il Franchi a modo mio. Qualche possibilità per il restyling adesso c’è

Commisso

Sulle pagine del Corriere Fiorentino in edicola stamani troviamo un approfondimento sulla questione del restyling del Franchi, che ha ripreso forza dopo le parole di Commisso

Altro giro, altra corsa. Una partita infinita quello del nuovo stadio a Firenze. E quando tutto sembra perdersi nel nulla, ecco (puntuale) la novità. L’uscita, o la dichiarazione che non t’aspetti. Capace, magari, di rimettere tutto in discussione. Nelle ultime settimane è tornato alla ribalta restyling del Franchi. «Sono entrato nella mentalità dei fiorentini che amano questo impianto — ha detto ieri Rocco Commissoe non vogliono demolirlo ma innovarlo se il Governo facesse una norma per nominare i sindaci commissari per le grandi opere pubbliche, come ha suggerito Nardella allora la ristrutturazione dello stadio Franchi può chiaramente essere realizzata. Ma bisogna fare presto e snellire la burocrazia: non investirò nemmeno un centesimo se i miei suggerimenti saranno poi sindacati. Sono pronto al dialogo ma le mie decisioni non possono essere messe in dubbio».

Il sindaco di Firenze ha proposto che per fronteggiare l’emergenza post Covid-19 vengano prese misure simili a quelle adottate a Genova, dopo il crollo del Ponte Morandi. Un’idea che piace al patron della Fiorentina. Ma quali sono le condizioni di Rocco? Se fosse per lui resterebbe in piedi soltanto la Torre di Maratona. Per il resto, di fatto, il Franchi sarebbe (quasi) interamente demolito, e ricostruito. Un progetto lontano anni luce da quelli che sono, ad oggi, gli interventi permessi (pochi) dai vincoli della sovrintendenza: vietato toccare la Torre di Maratona, vietato abbattere le due curve, vietato sfiorare le scale elicoidali. Una serie di paletti che non piacciono a Rocco. Non a caso Joe Barone è a capo della task force che in Lega lavora ai fianchi del governo (dello sport, e non solo) per ottenere nuove leggi che agevolino chi ha intenzione di investire nelle infrastrutture. E non a caso, anche gli ultimi passi avanti (vedi il dl presentato dalla deputata Pd Rosa Maria Di Giorgi che allenterebbe alcuni di quei lacci burocratici) non sono considerati tali dal proprietario della Fiorentina, sottolinea Il Corriere Fiorentino in edicola stamani.

Anche se, tanto per fare un esempio, grazie a quel progetto di legge sarebbe possibile abbattere le curve. Evidentemente, non è abbastanza, e a quelle condizioni insomma, il «no» del presidente viola alla ristrutturazione del Franchi resterà fermo. Irremovibile. Eppure, e torniamo al punto di partenza, qualche (timida) speranza c’è. Remota, magari, ma c’è. Anche perché lo stesso sindaco Nardella, negli ultimi giorni, ha lasciato (chiaramente) intendere di esser pronto a far di tutto pur di agevolare (e accelerare) la questione restyling. (…)

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