Editoriali

Commisso, Iachini e la strada della continuità. Rocco tra stadio, Chiesa e mercato: giorni intensi a Firenze

Published on

Il patron viola lavora su Franchi e centro sportivo: presto incontro anche con Nardella. Federico ago della bilancia del mercato

L’immagine di Commisso in diretta Rai con un calcinaccio del Franchi in mano la dice lunga sulla volontà del patron viola di dare presto una svolta alla querelle stadio. Rocco, con i tecnici, sta studiando le novità del Dl Semplificazioni, ha già fatto un attento sopralluogo del Franchi per raccogliere ulteriori idee su come e dove intervenire, e nei prossimi giorni si vedrà con il sindaco Nardella per capire come programmare insieme una strada che possa portare al nuovo stadio. Il Comune, da parte sua, aveva dato più di un mese fa l’ok per una delibera per la riqualificazione di tutta l’area di Campo di Marte, ma Commisso, ovviamente, vuole capire bene come poter intervenire. I suoi tre punti fermi, costi certi, controllo totale e tempi brevi, sono ancora inamovibili.

INFRASTRUTTURE. Ecco perché non sarà proprio un dettaglio, anche a livello normativo, la differenza tra un restyling (seppur pesante) del Franchi e di tutta l’area e l’idea di realizzare invece un impianto praticamente ex novo. “Sul Franchi metto i soldi se si fa come dico io”, ha più volte ripetuto Commisso. Anche a livello patrimoniale e di bilancio, la questione può avere un peso determinante. I contatti con l’architetto Casamonti, intanto, sono costanti, e anche sul centro sportivo il patron viola è determinato a veder andare avanti i lavori a tempo spedito. “Sarà tra i più belli d’Europa”, ha detto con orgoglio anche ultimamente Rocco.

SQUADRA FATTA… E LE ‘OCCASIONI’. Dalle infrastrutture, ormai è chiaro, passerà gran parte della crescita come società della Fiorentina. Commisso vuole investire ma non buttar via soldi, in un biennio ha portato con Mediacom 50 milioni ma, anche per il Covid, le perdite sono state di non poco conto. E i paletti del Fair Play Finanziario, in ogni caso, non permettono grandi manovre dopo l’oneroso mercato invernale (e con il fatturato in discesa). Anche per questo, dallo stesso Rocco così come da Pradè, il messaggio è passato chiaramente: la squadra è praticamente fatta. “Anche se, se ci saranno delle occasioni…”. Due settimane per capire se la Fiorentina sarà migliorata in qualche reparto (centrocampo e attacco), ma è chiaro che, al netto di possibili formule vantaggiose, molto dipenderà dalla possibile uscita di Chiesa.

CHIESA. “Può partire con un’offerta giusta”, il mantra ripetuto da Commisso. Ma quest’offerta non è mai arrivata. Per ora la Fiorentina non è mai scesa dalla richiesta da 60 milioni cash, cifra inavvicinabile al momento per i club italiani. Il Milan è lontanissimo, così come l’Inter, la Juve ci potrebbe arrivare con una o due cessioni (l’ultimo bilancio ha raccontato di pesanti perdite). Per ora, quindi, Chiesa resta e rappresenta una pedina chiave nel 3-5-2 di Iachini, largo a destra capace di inserirsi con capacità in fase offensiva. Come interpretazione del ruolo (oltre che per qualità), un giocatore ben diverso da Lirola. Cedendolo, andrebbe preso un giocatore dalle caratteristiche simili o cambiata impostazione di questa prima Fiorentina.

DUE SETTIMANE. Saranno due settimane ‘calde’, perché la situazione può cambiare da un momento all’altro. Lo stesso Commisso, come fece già a dicembre, potrebbe prendere in mano in prima persona la situazione. Perché di fatto è una questione primaria per il futuro prossimo della Fiorentina. Per ora né la società né l’entourage del giocatore hanno fatto mosse in un senso o nell’altro, andare oltre la data del 5 ottobre senza cessione né rinnovo potrebbe essere piuttosto pericoloso per la Fiorentina. Anche se Rocco lo ha puntualizzato: “I giocatori li voglio sempre accarezzare, ma se devo usare la frusta la uso”. Nell’anno dell’Europeo, andare avanti in buoni rapporti può essere determinante. Del resto, oltre a Chiesa, barra dritta anche su Milenkovic: stessa situazione contrattuale, tanto interesse di altri club e un Ramadani che da mesi propone il serbo in varie piazze. Ma, per adesso, muro totale.

CONTINUITA’. Si va, in una stagione ‘concentrata’ e con una preparazione ridotta, per la strada della continuità. La conferma del lavoro con Iachini, lo zoccolo duro che, pur tra le difficoltà, è andato in crescendo nel passato campionato, l’inserimento di giocatori mirati in grado di aggiungere qualità ed esperienza. Non sono arrivati fenomeni (anche se è da valutare l’apporto di Amrabat, sulla carta non da poco), ma è senz’altro una Fiorentina più forte di un anno fa. Con un Duncan e un Kouame più rodati, con i giovani che hanno una stagione in più di esperienza (Castrovilli e non solo) e un Ribery sempre più leader. I viola, di fatto, sono ripartiti come avevano concluso ad inizio agosto: difesa solida (nel periodo con Iachini, da inizio gennaio, nessuno ha preso meno gol in Italia), equilibrio ma anche discreti problemi nel finalizzare. Un vantaggio di continuità che contro il ‘cantiere aperto’ di Giampaolo a Torino ha subito pagato.

MIGLIORARE. La fatica, però, resta appunto là davanti. Kouame, Vlahovic e Cutrone hanno tutti belle prospettive, con caratteristiche diverse. Numericamente è vero, si può essere a posto così, ma migliorare (specie nell’immediato) si può. E quel “se ci saranno occasioni” è evidente che si riferisce proprio al reparto avanzato. Antenne dritte nelle ultime due settimane di mercato, Commisso a Firenze può aiutare nel prendere decisioni cruciali in tempi rapidi. A centrocampo, occhio a Pulgar e alle sirene inglesi. Se parte e arriva cash, può cambiare qualcosa. Altrimenti, la Fiorentina è stata chiara, si va avanti così. Senza cambiare tanto per cambiare. Chiesa permettendo.

40 Comments

Popular Posts

Exit mobile version