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Commisso-Financial Times (5), strutture: “Franchi? La cosa più schifosa mai inventata”

Rocco Commisso e Casamonti

Altra parte delle parole di Commisso al Financial Times, stavolta tocca alle infrastrutture col Viola Park e il Franchi

Nella lunga chiacchierata tra il patron viola Rocco Commisso e il Financial Times, ampio spazio trova anche il tema infrastrutture.

VIOLA PARK. L’obiettivo, scrive la testata, è creare una struttura all’avanguardia che si dimostri attraente per i nuovi giocatori, permetta di mantenere le stelle che già ci sono e trasformi i potenziali talenti in futuri calciatori professionisti. Commisso afferma che sarà la prima volta che il club avrà una sede o comunque qualcosa di proprietà, oltre i giocatori. Poi si arrabbia quando i suoi occhi si posano su una villa del 18° secolo situata al centro del sito, prima occupata da senzatetto, ma le normative locali hanno rappresentato degli ostacoli. I ritardi e le modifiche hanno comportato costi aggiuntivi di oltre 20 milioni: “Abbiamo dei muri anche in America”, dice Commisso. “Sto dando lavoro, qui tutti mi ringraziano”, [ai funzionari della città, tuttavia, non frega un c***] aggiunge il patron viola.

STADIO. “La cosa più schifosa che sia mai stata inventata”, così il patron viola chiama l’Artemio Franchi. Un impianto storico ma ormai fatiscente, che lui avrebbe voluto rifare per aumentare i ricavi e l’ospitalità per i tifosi. Ma i suoi sforzi sono stati bloccati, scrive la testata. “Che storia ha?” dice Commisso. “Che hanno vinto due campionati in 90 anni?” L’impasse è, secondo lui, impedire alla Fiorentina di competere contro le migliori squadre del mondo. “Per competere con le prime 20 squadre [in Europa], dobbiamo raggiungere, in un modo o nell’altro, gli stessi livelli di entrate“, afferma Commisso. “Come ci arriviamo? Attraverso i ricavi dello stadio”. Dello stesso avviso di Commisso sono anche altri nuovi proprietari di club disposti a finanziare le ricostruzioni in città come Milano e Roma, progetti anche lì ritardati da controversie politiche locali.

“Quando sei abituato a fare affari negli Stati Uniti d’America, dove le cose sono organizzate e accadono rapidamente, l’Italia è un po’ scioccante”.Non lo faccio per i soldi”, dice Commisso quando gli chiedo perché si preoccupa. “Perché ho bisogno di altri 100 milioni, mi segui? Perderò soldi”. Indica la vasta distesa del Viola Park costruito a metà e dice che “lascerà il segno”. Se la Casa dei Medici era mecenate di Leonardo da Vinci e Michelangelo, lasciando Firenze con gli Uffizi, Commisso vuole che la sua eredità sia un rinascimento calcistico incentrato su un centro di allenamento scintillante e forse alla fine su uno stadio scintillante.Questo è importante per Firenze, perché durerà dai 100 ai 200 anni, ok? E quando si dice che l’ha lasciato indietro, sono io”. Ma, chiedo, e se, tra secoli, i funzionari della città cercheranno di impedire agli sviluppatori di rinnovare i suoi edifici? “Allora starò bene”, dice con una risatina.

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