La salvezza con lo Spezia con l’ultimo monte ingaggi, valori di mercato raddoppiati. I principi di gioco, dal pressing offensivo ad un calcio diretto
E’ Vincenzo Italiano il primo nome per la panchina viola. Più di Fonseca, Garcia, Liverani ed altri profili valutati dopo il divorzio con Gattuso. Un allenatore, tra l’altro, che potrebbe ripartire da un modulo tattico già pensato con il tecnico ex Napoli: il 4-3-3. Non a caso, la Fiorentina, nonostante il burrascoso esito della vicenda Gattuso, è andata con determinazione su Nico Gonzalez, giocatore che si adatterebbe al meglio proprio in un tridente offensivo (ma anche eventualmente in un 4-2-3-1 come esterno sulla trequarti).
Vincenzo Italiano è nato a Karlsruhe, in Germania, il 10 dicembre 1977, ma è di origini siciliane. Proprio in Sicilia ha mosso i primi passi da giocatore, prima di sbarcare in Serie A con il Verona (ebbe anche Prandelli come allenatore) e poi con il Chievo. Centrocampista di buon livello (oltre 400 presenze tra A e B), nel 2014 diventa il vice di Dal Canto al Venezia, mentre comincia la sua vera carriera in panchina in Serie D nella Vigontina San Paolo, formazione padovana. L’inizio (stagione 2016/2017) non è un granché: si dimette a gennaio e torna in carica a marzo, ma i suoi retrocedono in Eccellenza a fine anno.
Riparte così dall’Arzignano Valchiampo, società vicentina, sempre in Serie D: è il 2017/2018, e qui inizia la scalata. Terzo posto in campionato e vittoria dei playoff (che in D non danno però diritto alla promozione, ma solo ad un punteggio maggiore in caso di ripescaggi). La stagione successiva passa così al Trapani, società in cui aveva esordito nei professionisti da calciatore: è la prima esperienza in C da allenatore, dopo aver conteso il campionato alla Juve Stabia arriva 2° e vince poi i playoff, con tanto di promozione in B.
La Serie B, però, l’anno successivo la vive dalla panchina dello Spezia. Con gli aquilotti arriva 3° in campionato (miglior risultato di sempre della società), vincendo poi i playoff: per i liguri arriva la prima, storia promozione in Serie A. E siamo così al campionato da poco concluso, con lo Spezia che, dopo essere stato a lungo rivelazione della stagione e aver navigato sempre fuori dalla zona retrocessione, si salva alla penultima giornata per arrivare poi 15° con 39 punti, a -1 dalla Fiorentina 16° (52 gol fatti e 72 subiti, contro i 47 fatti e 59 subiti dai viola). Con l’ultimo monte ingaggi della Serie A (22 milioni di euro, contro i 55 dei viola).
Ma che tipo di gioco propone Vincenzo Italiano? Il modulo di riferimento, come detto, è il 4-3-3. Assetto tattico che l’ex centrocampista ha portato avanti fin dalle prime esperienze in Serie D e in Serie C, riproponendolo poi nel biennio allo Spezia. Tre, di fatto, le stagioni da professionista alle spalle, con il patentino Uefa Pro preso a Coverciano a settembre 2020 con la tesi dal titolo “Passaggio calciatore-allenatore. Cosa ricordare e cosa mettere nel cassetto”. Già al Trapani optava per un calcio aggressivo e diretto, allo Spezia nell’ultimo anno ha proposto un gioco fatto di pressing offensivo, recupero palla in zona avanzata, ricerca degli spazi, triangolazioni con buone trame tecniche. Anche se all’interno del modulo base, il 4-3-3, erano previste interpretazioni diverse, a seconda degli avversari e dei giocatori a disposizione: a volte, ad esempio, c’era una prima punta di peso (Galabinov, Nzola o Piccoli), altre un falso nove (come Agudelo), così come sugli esterni tra giocare con Saponara e Gyasi c’erano differenze di interpretazione del ruolo.
Tutti aspetti ribaditi dai vari analisti che hanno studiato il calcio di Italiano. Le combinazioni tra esterni, terzini e mezz’ali, il regista (Ricci) che si abbassa in fase di costruzione, la volontà di comandare il gioco. Lo Spezia ha chiuso all’8° posto nei dati del possesso palla e dei passaggi a partita, mentre è addirittura in testa per numero di passaggi lunghi andati a buon fine (41 a partita). E’ invece 4° per numero di cross (169 ben indirizzati in totale), 5° come gol fatti di testa, 2° per falli fatti e cartellini ricevuti. Mentre penultimo per chilometri percorsi. Insomma: calcio diretto, gioco sulle fasce, aggressività e tendenza a far correre più il pallone delle gambe si vede anche nei numeri.
Il neo maggiore? La fase difensiva. Spesso impostata con un 4-1-4-1, ma non sempre convincente (anzi). I 72 gol subiti (4° peggior difesa del campionato) la dicono lunga, così come le sole 4 partite chiuse a porta inviolata (ma due contro Milan e Atalanta). Ma c’è da dire anche che gran parte della difesa (Erlic, Terzi, Vignali, Ferrer, Bastoni) era quella dell’anno precedente in B, quando chiuse con 44 gol subiti in 42 partite totali.
Italiano è riuscito a valorizzare diversi giocatori dello Spezia: da Nzola a Piccoli, da Erlic e Bastoni a Maggiore, Pobega e Gyasi. Nell’ultima stagione il valore di mercato dei giocatori dello Spezia è raddoppiato, con una crescita di quasi 25 milioni di euro (fonte Transfermarkt). Anche se poi molti dei protagonisti erano in prestito e uno come Ricci, uno dei giocatori fatti approdare anche in Nazionale, andrà in scadenza di contratto. Come detto, il tecnico si è salvato pur avendo la squadra con il monte ingaggi più basso del torneo. Dopo l’interesse, tra le altre, di Sassuolo e Napoli, e un discreto tira e molla al termine del campionato, Italiano il 2 giugno ha rinnovato il suo contratto con lo Spezia fino al 2023, con opzione per l’anno successivo. La clausola da un milione di euro, però, di fatto non lo blinda del tutto. Anche per questo la Fiorentina lo ha messo al primo posto per il dopo-Gattuso.
Di
Marco Pecorini