Lo scorso anno al giro di boa la Fiorentina aveva 13 punti di ritardo dalla zona Europa. Adesso c’è già una freccia in più per ripartire con entusiasmo
Sosta di Natale in zona Europa per la Fiorentina. Una pausa dal campionato finalmente più dolce, dopo gli ultimi anni a lottare nella fascia medio-bassa di classifica. Chi si rilassa sulla neve, chi a Parigi, chi a Dubai o sotto il sole di mete extraeuropee: ultimi giorni di vacanza per i viola, chiamati poi a riattaccare la spina e riprendere la marcia per l’Epifania contro l’Udinese. Il pari di Verona non ha rovinato l’entusiasmo dopo un girone di andata ad alti livelli: la sensazione all’interno del gruppo è di poter continuare a sorprendere e a inserirsi tra le ‘sette sorelle’ che si sono giocate l’Europa negli ultimi anni.
GAP COLMATO. Già, perché se andiamo a vedere i numeri al giro di boa si vede che la Fiorentina in pochi mesi è riuscita a colmare un gap di (almeno) 13 punti. Un anno fa, infatti, al termine del girone di andata il 6° posto era occupato dalla Lazio e dal Napoli a quota 34 punti, con i viola che invece avevano girato a 21 punti, a -13 dalla zona Europa. Oggi invece è la Fiorentina ad essere al 6° posto insieme alla Roma, a quota 32. Recuperata così la distanza proprio da quelle ‘sorelle’ che parevano irraggiungibili. Non solo, perché al termine dello scorso campionato i punti di ritardo dalla Roma 7° erano addirittura 22. E se nella prima parte di stagione i risultati negli scontri diretti non avevano premiato i viola nonostante prove più che buone, il successo per 4-3 contro il Milan ha fatto capire (più di quello di inizio anno con l’Atalanta) che il gruppo di Italiano se la può giocare con tutte. Questo lo step richiesto per il 2022, dopo una striscia di imbattibilità a fine 2021 che ha portato a 5 i risultati utili consecutivi in campionato.
UNA FRECCIA IN PIU’ DA GENNAIO. A gennaio la Fiorentina se la vedrà con Udinese (casa), Torino (fuori), Genoa (casa) e Cagliari (fuori): quattro gare da sfruttare (ma da non sottovalutare) prima dello scontro diretto con la Lazio di inizio febbraio. Parola d’ordine continuità, con un Ikoné in più già dalla ripresa del campionato. Una freccia non da poco per l’arco di Italiano, alla ricerca di imprevedibilità e rapidità sulle fasce. Laddove si decidono le partite, seguendo la filosofia di gioco del tecnico viola. È vero, il francese in carriera non ha mai segnato numeri eccezionali in fase realizzativa (16 gol e 27 assist in 150 partite con il Lille), ma ha ampi margini di crescita e senz’altro potrà migliorare anche sottoporta secondo i dettami di Italiano. Uno che ha saputo far crescere e rivalorizzare tanti singoli in questi primi mesi a Firenze.
VICE-VLAHOVIC. Lavoro, quello del tecnico, che ha convinto anche la società in un investimento importante già prima dell’apertura del mercato di gennaio. Mentre come prima punta le strade sono due: o un giocatore più esperto che già conosce il calcio italiano (Nzola o Caicedo, ad esempio), o un giovane di prospettiva da far crescere in questi mesi in vista anche di un futuro senza Vlahovic (come Agustin Alvarez). Nel mezzo le idee che portano a Borja Mayoral e Joao Pedro, giocatori che però difficilmente verrebbero a Firenze per fare solo l’alternativa al centravanti serbo. Tante strade e l’impressione che per il dopo-Kokorin (giocatore che non sarà facile cedere) si debba aspettare un po’ di più.
LA ‘BATTAGLIA’ DI COMMISSO. Mercato che sarà una chiave importante per la zona Europa, per una Fiorentina che ha già dimostrato tanto fin qui ma che allo stesso tempo ha fatto vedere di essere migliorabile in più zone del campo. Come normale che sia. Mentre fuori dal terreno di gioco continua la ‘battaglia’ di Commisso per un calcio più ‘giusto’ e sostenibile. Se la scorsa settimana la società viola aveva messo nero su bianco i propri indici di liquidità, invitando ad una maggiore trasparenza gli altri club prima del mercato di gennaio, stavolta nel mirino c’è il mondo dei procuratori. Altro tasto su cui batte spesso il presidente viola. Perché se da una parte Commisso ha chiesto a più riprese regole chiare e trasparenza dal punto di vista economico (diversi i contrasti ad esempio con l’Inter ma anche con la Juve negli ultimi tempi), dall’altra il caso-Vlahovic (ma non solo) ha lasciato non poco il segno per il rapporto con i procuratori. O meglio, con quei procuratori che, secondo il club viola, estremizzano le commissioni e agiscono all’interno di vuoti normativi. Con il risultato di richieste monstre e club messi ‘sotto scacco’ sul calciomercato e sui rinnovi dei giocatori.
IL ‘DECALOGO’. Se da un lato c’è da ricordare, comunque, come la Fiorentina (così come tutte le società) si sia relazionata in questi anni con agenti e procuratori (9 milioni e 740 mila euro per commissioni nel 2020, secondo l’ultimo rapporto Figc – 5° società in Italia per compensi ad agenti sportivi), dall’altro c’è la volontà di trovare una regolamentazione in un calcio che “ormai è all’ultima chiamata per ritornare uno sport sano e competitivo o rischiare il definitivo crollo nel fallimento generale”. Dal limite sulle commissioni alla procura singola, dal fondo di solidarietà per i parametri zero alla trasparenza sui compensi, il ‘Decalogo’ di Commisso ha l’obiettivo di trovare seguaci tra Italia ed Europa. La Fiorentina insomma sta cercando di guidare un movimento per un calcio che faccia rimanere nel ‘sistema’ quei soldi che oggi invece escono per non essere reinvestiti. Per tornare a dare più potere alle società nelle varie trattative. E’ evidente che il caso-Vlahovic ha lasciato il segno. Ma non solo. Perché la ‘battaglia’ del patron viola al mondo dei procuratori è nata praticamente dal suo arrivo a Firenze. Un ‘sistema’ da riformare al più presto, secondo Commisso. Si accoderà qualcuno?
Di
Marco Pecorini