Senza Kean, la Fiorentina dovrà per forza di cose affidarsi ad uno tra Zaniolo e Beltran nel ruolo di centravanti contro il Lecce
Senza Moise Kean, la Fiorentina dovrà per forza di cose affidarsi ad uno tra Nicolò Zaniolo e Lucas Beltran nel ruolo di centravanti contro il Lecce venerdì. Oppure ad entrambi, se Raffaele Palladino dovesse schierare l’ex Atalanta e l’ex River vicini in attacco.
Dalla sfida contro l’Inter di San Siro in poi, cioè dalla prima occasione in cui Palladino ha potuto schierare i nuovi acquisti, Zaniolo e Beltran hanno messo a referto rispettivamente 162’ e 247’. L’argentino è partito sempre titolare, Zaniolo è subentrato a San Siro e poi è partito dal 1’ con Como e Verona. Coi lariani come nove, domenica come esterno d’attacco.
Se tutta la Fiorentina ha disputato tre gare brutte, di cui le ultime due orribili, anche gli stessi Zaniolo e Beltran non hanno certamente brillato.
Nel caso dell’argentino, si sono contati 0 tiri verso la porta di Inter, Como e Verona, con ben 35 palloni persi. Zaniolo, invece, ha messo a referto 5 conclusioni totali, essendo di fatto il più pericoloso dei suoi col Como (nei primi 5’ di partita) e col Verona nelle battute iniziali e con un colpo di testa nel primo tempo, salvo poi scomparire come i suoi compagni.
Con Gudmundsson e Kean ai box, dunque, tutto il peso dell’attacco della Fiorentina sarà ancora una volta sulle spalle di Zaniolo e Beltran, oppure di Zaniolo e/o Beltran se dovessero giocare assieme davanti, oppure con uno o con l’altro centravanti e/o trequartista o esterno offensivo. In pratica due da 5 conclusioni totali negli ultimi 409’ totali giocati con la maglia viola.
Zaniolo ha anche messo a referto 7 palle perse col Como e ben 14 a Verona, da sommare alle 4 contro l’Inter. 0 i dribbling con Inter e Como, 3 al Bentegodi. Insomma, numeri non proprio esaltanti. Né per Zaniolo né per Beltran. Col Lecce serve di più, da loro e da tutta la Fiorentina, sia a livello individuale che collettivo. D’altronde, in pochi, a parte Kean, hanno dimostrato di poter fare la differenza anche senza gioco offensivo.

Di
Gianluca Bigiotti