Pioli e la Fiorenitna stanno parlando anche del famoso Club Manager. Tanti i nomi in ballo, l’idea che porta a Badelj sembra però quella più forte
L’impressione è che non sia una spina particolarmente appuntita nel fianco della trattativa, scrive La Nazione. Ma sono i giorni in cui Stefano Pioli e la Fiorentina stanno parlando anche del famoso Club Manager, figura di supporto che il tecnico emiliano avrebbe chiesto ai dirigenti viola. La Fiorentina non ha detto no, a patto che si trovi la figura giusta. Al di là dei nomi, il ruolo del Club Manager è sempre più centrale per gli allenatori di livello. Tutte le squadre di vertice se ne dotano perché rappresenta una garanzia anche per i club. Figura di raccordo a contatto con l’allenatore e la squadra. Figura in espansione, che la Fiorentina dei Della Valle aveva sposato prima degli altri, con Vincenzo Guerini e poi con Giancarlo Antognoni.
Adesso l’esigenza di Pioli e di certo anche Palladino avrebbe gradito un dirigente sempre al suo fianco che avesse potuto mediare tra la squadra e la società. Nomi ne sono usciti diversi, ex viola papabili ce ne sono. L’identikit è chiaro: uomo di campo, ex calciatore meglio se dello stesso club. C’è bisogno di una conoscenza approfondita dell’ambiente nel quale si lavora. E soprattutto deve godere della fiducia incondizionata di entrambe le parti. Mister Pioli ama contornarsi di persone fidate. Al di là dello staff, a Firenze e a Milano ha voluto lavorare ad esempio con Alberto Marangon. Pioli di ex viola (suoi compagni di squadra tra il 1989 e il 1995) ne conosce moltissimi. Da Di Chiara a Di Gennaro, i nomi fatti sono tutti validi e spendibili.
L’idea che porta a Milan Badelj sembra però ancora quella più forte. Portato due volte in viola da Pradè, con Pioli ha un rapporto strettissimo, quasi quotidiano. Badelj sa della stima, deve ancora decidere se giocare ancora in Croazia o appendere le scarpe al chiodo e dedicarsi ad altro. L’idea di un ritorno tris (anche per lui) a Firenze è lì per adesso in un cassetto. Deciderà in autonomia. Di certo il suo profilo sembra ideale. Anti social, persona di spessore, lontanissimo dagli stereotipi del calciatore. Scommessa a occhi chiusi, sarebbe un ottimo dirigente.
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Redazione LaViola.it