Da Prandelli a Montella sino a Sousa. Perché la Fiorentina non riesce a separarsi dal proprio allenatore in modo professionale e pacifico?
La sensazione che pervade i tifosi fiorentini dopo gli ultimi giorni è quella del deja vu. Il riferimento va alla polemica tra Stefano Pioli e la società gigliata, in questo episodio rappresentata del presidente Mario Cognigni. Una polemica che ricorda un passato non troppo lontano, un avvenimento che ciclicamente si ripete nella Fiorentina targata Della Valle.
Le parole di Pioli a margine della sfida con la Lazio sono state l’innesco. Forse maturate da qualche atteggiamento societario dietro le quinte, forse determinate dai mediocri risultati della squadra, indubbiamente fuori luogo. Soprattutto se avvalorate dalle successive dichiarazioni dopo la pessima prestazione di Cagliari.
Ecco che la società decide di rispondere pubblicamente. Fa passare incomprensibilmente tre giorni di tempo dalle uscite del tecnico gigliato e lancia la bomba con le parole di Cognigni. Susseguite dalla ‘non replica’ in serata di Pioli. Ecco che ci risiamo.
Che l’allenatore della Fiorentina potesse risparmiarsi di accendere la miccia su questo caso mediatico è fuori da ogni discussione. Ma la replica pubblica della società toglie ulteriore tranquillità ad una squadra che ha visto sfumare a marzo gli obiettivi di classifica, ma resta in corsa per un posto in finale di Coppa Italia. Impresa più che complicata, a dire il vero, ma che potrebbe rilanciare un’intera stagione se a maggio piovesse un trofeo dal cielo.
Ecco che la Fiorentina si ritrova, un’altra volta, ai ferri corti con il proprio tecnico, ben prima della fine della stagione. Come con Prandelli, come con Montella, come con Sousa. Tutti casi diversi, con motivazioni più o meno condivisibili ed errori da ambo i lati. Ma mentre gli allenatori passano, la società resta sempre la stessa. E sembra incontrare grande difficoltà nell’imparare dai propri sbagli.
Che necessità aveva la Fiorentina di rispondere a microfoni aperti alle dichiarazioni di Pioli, dato che non c’è alcuna intenzione di esonerare il tecnico? Perché non risolvere la questione nelle sedi private per salvare le apparenze e lasciare più tranquilla la squadra? Come mai questa società non riesce a separarsi dal proprio allenatore in modo professionale e pacifico (almeno sotto i riflettori)?
In tutto ciò, la squadra resta dalla parte del tecnico ed è più che comprensibile, visto ciò che hanno dovuto passare lo scorso anno. Dal punto di vista prettamente teorico, ci sarebbe tempo per ricucire almeno pubblicamente il rapporto con Pioli, anche se i precedenti non vanno dalla parte della Fiorentina. C’è davvero questa intenzione? Sembra che dai piani alti si preferisca dimostrare al mondo di avere ragione, facendo prevalere l’orgoglio personale sul bene della Fiorentina.
Di
Marco Zanini