Con Edimilson si dovrebbe esser chiuso il mercato in entrata. Ora al campo il compito di dare risposte sulla nuova Fiorentina, potenzialmente tutta da scoprire
Prestito con diritto di riscatto è stato il mantra dell’estate 2018 della Fiorentina. Salvo rare eccezioni, come Lafont, sul quale gli uomini mercato viola hanno investito quasi 9 milioni di euro. Senza dimenticare i riscatti di Pezzella e Saponara, per altri 20 milioni complessivi. Che insieme ai 3 di Ceccherini, i 3,5 quasi 4 per Hancko e Nordgaard, fanno quasi -40 milioni. Più qualche milione sborsato per il prestito oneroso di Pjaca e Mirallas. Poco è rientrato dalle cessioni. Anche se ancora qualcosa può arrivare nelle casse viola. Oltre a Gaspar, e Carlos Sanchez, c’è anche Eysseric che può portare milioni così come qualche altro esubero. Non è stato, insomma, proprio un mercato a costo zero. E non è partito nessun big. Cosa che altrove non è accaduto.
Con Edimilson il mercato viola in entrata può dirsi praticamente chiuso. Manca ancora un tassello: il vice di Lafont. Perché Dragowski potrebbe andare a giocare con conseguente ricerca di un profilo esperto da affiancare al francese. Ma non è detto. Alla fine il polacco potrebbe pure restare.
L’età media dell’undici titolare è bassissima. Lafont, 1999, Milenkovic 1997, Pezzella 1991, Hugo 1991, Biraghi 1992, Gerson 1997, Veretout 1993, Benassi 1994, Chiesa 1997, Simeone 1995, Pjaca 1995. Azzardato il paragone con la Fiorentina yé-yé, ma quantomeno definirla intrigante questa squadra non è reato. Interessante, affamata, con voglia di ripartire da quanto di buono fatto nello scorso finale di stagione. Probabilmente senza porsi obiettivi, ma con la voglia di arrivare più in alto possibile. Sperando qualcuno toppi davanti. Ma intanto riposizionarsi davanti all’Atalanta sarebbe già un più naturale ordine delle cose. Per arrivare poi pian piano ad insidiare la Lazio e tornare a lottare per la Champions. Nel corso degli anni, non tutto e subito. Impossibile visti i valori sulla carta di chi in qualche maniera è riuscito comunque a fare mercati faraonici in barba a regole e fair play finanziari vari.
Poi che sulle formule di alcuni acquisti non ci sia grande gradimento c’è poco da fare. L’input societario è stato quello fin dall’inizio. E che piaccia o meno, è andata così. In Fiorentina c’era anche la sensazione di poter vendere prima e meglio alcuni esuberi. Ma col tempo che pian piano passava, la dura realtà ha costretto gli uomini mercato viola ad operare su prestiti senza poter fare ulteriori sforzi senza aver prima ottenuto certezze di incasso. Ora sarà il campo a dare le sue risposte. Dall’amichevole contro lo Schalke non arrivano segnali troppo positivi. E nell’ultima settimana di lavoro la Fiorentina dovrà entrare in clima campionato. Partire col piede giusto potrebbe accendere una scintilla che può innescare un giocattolo che ancora non sa quale sia il proprio potenziale.
Di
Gianluca Bigiotti