E’ stato un calciomercato lungo, faticoso e particolarmente complesso. L’estate della Fiorentina è stata di quelle da cerchiare con il famoso circoletto rosso. Non solo perché il caldo rovente ha reso spesso irrespirabile il clima a Firenze, ma soprattutto perché giugno, luglio e agosto saranno ricordati come i mesi della rivoluzione. Totale, o quasi. Pantaleo Corvino (che stamani racconterà il suo mercato insieme a Freitas in sala stampa) ha prima salutato Paulo Sousa senza troppi rimpianti, ha poi affidato la squadra a Stefano Pioli ed ha cominciato a cedere un numero incredibile di titolari della scorsa stagione.
Cessioni dolorose, che nelle idee della società si sono rivelate fondamentali per mettere in piedi una rivoluzione tecnica con pochi precedenti e, cosa non meno importante, per dare un’altra ‘picconata’ al monte ingaggi della rosa. Addii dolorosi, dicevamo, come quello di Borja Valero. Ma in pochissimi avrebbero immaginato di dover salutare anche Vecino, Kalinic, Bernardeschi, Ilicic e via discorrendo fino ad arrivare a Tomovic. Lista infinita, pareggiata (almeno a livello numerico) da quella dei giocatori che sono sbarcati a Firenze. Tanti, diversi sconosciuti, con la speranza che qualcuno riesca davvero a ritagliarsi uno spazio importante nel cuore dei tifosi.
Da oggi cominciano le analisi e le valutazioni sull’operato di Corvino, che in questo mercato è sembrato spesso navigare a vista. Il filo conduttore delle varie operazioni talvolta è sfuggito. Ad esempio, gli ultimi acquisti somigliano a delle pezze messe alle falle notate durante le prime due giornate di campionato. Laurini e Thereau, per fare due nomi, sembrano corrispondere ad una sorta di ‘usato sicuro’ per tamponare l’emergenza, ma non sono sicuramente dei giocatori sui quali costruire il futuro. Futuro che invece è rappresentato da un paio di elementi molto interessanti. Il primo è sicuramente Milenkovic, del quale si parla già molto bene. Ed il secondo è l’ultimo arrivato, Simone Lo Faso.
Venendo alle questioni tattiche, l’impressione è che con Theareau (ma anche con Lo Faso che è un rinforzo per la prima squadra e non per la Primavera), Corvino abbia voluto dare a Pioli una carta importante per cambiare sistema di gioco. Il giovane ex Palermo è da considerare come una seconda punta, ma anche come un esterno d’attacco. L’ex Udinese invece lo conosciamo bene, in Friuli si è trovato alla perfezione nel 3-5-2. Un rinforzo con la carta d’identità un po’ ingiallita, ma che nelle ultime stagioni ha dimostrato di avere il piede caldo.
Di
Alessandro Latini