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Chiesa, questione di ruolo… e non solo. Decisivo anche da punta

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Grandi sorrisi, l’esultanza con i compagni e con Iachini e una doppietta pesante. Il dibattito sul ruolo e i gol che arrivano anche da attaccante.

Un mesetto fa si espresse anche il ct Roberto Mancini: “Chiesa gioca in una posizione in cui non rende. Non è un attaccante, fatica spalle alla porta. Ha bisogno della linea, sulla fascia diventa devastante. Deve pensare che lo aspetta un grande Europeo. L’ho detto a suo padre: “Digli che stia rilassato, che ritrovi tranquillità e allegria. E pensi che gioca a calcio. Non capita a tutti, è un privilegio””. La tranquillità, nel frattempo, Federico Chiesa l’ha ritrovata. In maglia viola, da quando è arrivato Iachini, i rapporti sono radicalmente cambiati. Lo ha confermato Pradè qualche giorno fa, ma anche il tecnico e lo stesso giocatore. Un feeling nato da subito, per il bene della Fiorentina.

DECISIVO ANCHE DA PUNTA. Sul ruolo, invece, si continua a discutere. Federico Chiesa è un esterno offensivo, devastante quando parte dalla fascia e può puntare l’avversario in velocità. Così è nata la sua carriera, così si è ritagliato uno spazio importante anche in Nazionale. Eppure, quest’anno, è stato accentrato nel ruolo di attaccante. Seconda punta, a volte addirittura prima punta. Per necessità, prima da Montella e poi da Iachini. Prima con Ribery al fianco, poi con Boateng (con scarsi risultati) fino alle accoppiate con Cutrone e Vlahovic. In partite contro squadre chiuse il 25 viola ha dimostrato di poter soffrire negli spazi stretti (steccando diverse prestazioni), ma in gare più aperte è stato devastante anche da punta. Con le sue caratteristiche, certo, con il suo svariare e la sua ricerca di spazi. Ma ha saputo essere decisivo anche da attaccante.

A SEGNO IN DUE GARE DI FILA. Ieri una doppietta, il primo gol su rigore e il secondo con una bella giocata personale. Nel mezzo anche due pali, uno su tap-in e uno su un gran tiro da fuori. Quello che vorrebbe far diventare un suo marchio di fabbrica. Sempre dalla distanza aveva colpito contro l’Atalanta per il momentaneo vantaggio, ma anche a Parma contro i nerazzurri all’andata un suo tiro dal limite aveva portato al gol viola. Così come lo scorso anno a San Siro contro il Milan, per citare anche la prossima avversaria dei viola. Chiesa non segnava una doppietta in campionato da un anno (27 gennaio, Chievo-Fiorentina 3-4), mentre per la 2° volta in carriera ha segnato in due gare di fila di Serie A: gli era successo solo a gennaio 2017, quando infilò Chievo e Genoa nel giro di una settimana.

RITORNO IN FASCIA? “Gli devo accorciare il campo per il momento, in attesa che ritrovi la condizione migliore”, aveva detto al suo arrivo Iachini, con Chiesa reduce dal problema alla caviglia. Ora Federico sta ritrovando la condizione migliore, con allunghi, scatti, brillantezza nel breve. “Sì, stiamo lavorando anche a soluzioni diverse”, ha detto Iachini prima della Samp. Un’evoluzione che potrà portare la Fiorentina a giocare con tre attaccanti. O Vlahovic-Cutrone con Chiesa largo a destra (in un 3-5-2 offensivo), o un tridente puro in vista anche del rientro di Ribery. Prima del ruolo, però, lo scatto di Chiesa deve continuare ad essere nell’atteggiamento. Quello avuto con l’arrivo di Iachini. Quattro gol in sette gare di campionato con Beppe, ieri il 25 viola ha raggiunto quota 6 in questa Serie A, eguagliando il suo record dei due anni precedenti. Ora deve continuare così, a segnare e ad essere determinante. Per la Fiorentina, per sé stesso, per arrivare al top all’Europeo. Nel frattempo si parlerà anche di rinnovo. Ma intanto Iachini si gode un Chiesa ritrovato. In attesa di ri-spostarlo, forse, sulla fascia.

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