
IL GIOVANE dalla faccia antica sta salendo in fretta le scale del calcio e, probabilmente suo malgrado perché sembra un tipo che apprezza il silenzio, sta anche sollevando un gran baccano. Tutti parlano di lui, anche il ct della Nazionale: da dov’è sbucato questo baby robot?
Federico Chiesa piace perché è un tipo normale che fa un mestiere speciale, oltretutto in un contesto in cui capita di andare fuori di testa, perché la vita da star trita anche l’equilibrio. La promozione sul campo – Chiesa ha tolto il posto a Tello, che ha giocato più di 90 partite nel Barcellona sebbene ora fatichi a dimostrarlo – può innescare evoluzioni ignote? Il ragazzino è un classe 97 senza tatuaggi, lui stesso in un’intervista si è stupito della domanda sull’inevitabilità dei ricami con l’inchiostro. Ma come, neanche uno? Piccolino, magari nascosto? No, scusate se è una colpa. Perché, ha chiesto Federico, senza una scritta o un disegnino sul corpo non si può fare il calciatore?
Lui ci sta riuscendo benissimo, i suoi ex compagni delle giovanili raccontano che già a 14-15 anni faceva vita da professionista, impossibile dunque trascinarlo fuori dopo le dieci e mezzo: coprifuoco. Chiesino è sempre stato il sergente di se stesso.
TUTTI ORA scavano nel passato del giovane giocatore alla ricerca di qualcosa di particolare, un cenno, un segno, in realtà l’impressione è che la straordinarietà di Chiesa jr sia figlia di una assoluta, cocciutissima, orgogliosa normalità. Può essere impermeabile a certe sollecitazioni uno che ha un padre che non ha fatto il fornaio, ma il calciatore professionista? Sì, se l’ex calciatore professionista parla raramente di pallone – quasi mai – con il figlio che forse si guadagnerà da vivere ripercorrendo le sue orme.
Ma si può arrivare a 19 anni, segnare in Europa League e in serie A avendo – fra le altre – la particolarissima caratteristica di non avere un procuratore? Non per estrazione genovese, né per risparmiare le commissioni il giovane attaccante si è presentato in sede per firmare il primo, vero contratto da professionista contenuto nell’accordo di rinnovo: la figura del manager viene (per ora) considerata non necessaria. Siamo però all’inizio di una storia che porterà chissà dove, la certezza è che questo ragazzo ha qualità non comuni dentro e fuori dal campo. E se per mantenere la barra a dritta un calciatore ha bisogno di avere accanto le persone giuste, Chiesino può chiedere consulenze gratuite a un signore che ha giocato fino a 40 anni finendo la carriera a Figline, contento come quando giocava in Nazionale.

Di
Redazione LaViola.it