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Chiesa non molla mai. 10 su 12 gol nel 2° tempo. Ed è quello che ci prova sempre di più

Con la sua esultanza e l’abbraccio al fratellino ha commosso tutti. Ma i numeri del gioiello viola parlano chiaro

12 gol fatti in maglia viola, tra Serie A ed Europa League, ed una statistica che non può essere casuale. 10 di questi gol, ovvero l’83%, li ha messi a segno nei secondi tempi. Qualcuno, all’inizio, lo ha siglato perché entrava dalla panchina, ma col passare del tempo e con una maglia da titolare sempre pressoché garantita,  la statistica è andata confermandosi. Con la Spal ha segnato al 56’, con il Chievo al 71’ per restare a questa stagione. Nella passata, invece, solo contro l’Atalanta siglò nella prima frazione di gioco. Poi tutte reti nei secondi tempi. Due anni fa, stessa cosa. Qarabag, Chievo, Genoa, tutte infilate nei secondi tempi. E solo contro il Sassuolo la mise dentro nel primo tempo.

Chiesa non molla mai. Neanche per sbaglio. Dal 1’ al 90’ è sempre pronto a lasciare sul terreno di gioco ogni energia e goccia di sudore che ha in corpo. E se in alcuni tratti della sua crescita, a volte, è apparso essere un po’ troppo egoista, quest’anno qualcosa sta cambiando. Pioli ci sta lavorando su questo aspetto. Ma i numeri dicono che Federico, anche in questa stagione, è colui che ha tirato più volte di tutti i calciatori viola in porta con 15 conclusioni. Sulla percentuale tiri/gol deve ancora migliorare, e molto. Anche se il cinismo è cosa che si apprende col tempo. E non sempre.

Con il nuovo vestito tattico che Pioli ha dato alla sua Fiorentina, intanto, Chiesa ha potuto ridurre il suo raggio d’azione di qualche decina di metri. Meno sgroppate a tutta fascia, e manovra più concentrata a ridosso dell’area di rigore avversaria. Meno km, ma con maggiore intensità. Tanto che ad ogni partita Chiesa conferma la sua dote di ‘sprintatore’ visto che con i suoi 32,5 – 33,5 km/h in sprint è sempre uno dei più veloci. L’ideale per chi deve ripartire in velocità come la Fiorentina.

Senza dimenticare la qualità che in pochi hanno ancora in Serie A, ovvero l’abilità nel saltare l’uomo. Numeri, parole, riprove sul campo. L’ascesa di Chiesa non è ancora finita. Anzi, non è altro che appena cominciata.

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