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Chiesa: “Firenze è casa, ho un legame fortissimo con la città. Fagioli-Juve mi ha stupito”

Le parole dell’ex esterno della Fiorentina, reduce dall’annata al Liverpool: “In Nazionale manca anche Kean, ma non possiamo fallire”

L’ex viola Federico Chiesa, reduce dalla Premier vinta con il Liverpool (anche se con poche presenze in stagione), ha parlato al Corriere dello Sport, soffermandosi anche sul legame con Firenze: «Nei primi mesi le difficoltà non sono mancate, se pensi che sono arrivato a Liverpool il 26 agosto e mi sono ritrovato catapultato su un altro pianeta, con altri compagni, senza essermi allenato con loro, ma con un preparatore, zero amichevoli, nulla… E, se ricordi, in autunno il Liverpool andava il triplo degli altri, un’intensità pazzesca».

PANCHINA. «All’inizio ho provato la frustrazione del cambiamento radicale e del fatto di essere molto indietro rispetto al gruppo, poi c’è stato l’infortunio. Fino alla partita col Psg il Liverpool era davanti a tutti, in semifinale di Carabao e tra le favorite in Champions, che ha vinto proprio il Psg. Potevo mettermi a discutere le scelte di Slot che con me è sempre stato rispettosissimo, così come il club? La voglia di giocare c’era eccome, l’ho messa da parte, ho capito la situazione. Accantonata ogni forma di individualismo».

FUTURO«L’anno è finito. Ma è un’esperienza che rifarei. Presto mi siederò al tavolo con il club, Fali (Ramadani, nda) e la mia famiglia per individuare la soluzione migliore. Restare a Liverpool non mi dispiacerebbe affatto».

NAZIONALE. «Fuori anche Kean. È dura, ma i nomi non contano più. Spalletti può dare molto alla squadra, non possiamo fallire l’obiettivo per la terza volta di seguito. Siamo l’Italia… Le attenzioni del ct mi hanno fatto piacere, quella maglia la rivoglio».

ESCLUSIONE DALLA JUVE. «Che Szczesny e Rabiot fossero fuori dal progetto lo sapevamo tutti. Le esclusioni di Fagioli e Danilo invece mi hanno stupito. Dani nello spogliatoio era il punto di riferimento, è juventino dentro, il suo taglio una scelta che non ho capito, né condiviso… Motta con me è stato chiaro: non mi servi, cercati una squadra. Gli ho detto che ero pronto a lottare, a mettermi alla prova perché volevo restare e dimostrare di essere ancora utile alla Juventus. Ma non c’è stato niente da fare. Va bene, è stata una sua scelta».

FIRENZE. Cosa ti resta di Firenze? «È casa. I miei ci abitano, io torno spessissimo, la maggior parte degli amici è fiorentina. Non mi vedono più nei posti che frequentavo quando giocavo a Firenze, ma ho un legame fortissimo con la città».

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