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Chiesa: fenomeno in campo, straordinariamente normale fuori. Ma quanto può durare?

Le sue giocate, il suo carattere fuori dal comune e la sua genuina voglia di migliorarsi di partita in partita sono uno dei pochi cenni di colore in una stagione sinora in scala grigia. Federico Chiesa ci ha messo pochissimo a far innamorare Firenze: in questa sua seconda stagione tra i professionisti è l’unico giocatore che riesce a mettere d’accordo le molteplici fazioni del tifo fiorentino, regalando a ciascuno un sorriso di approvazione sul volto.

La cosa che colpisce di questo ragazzo de 1997, oltre alla già decantata personalità (il suo ex allenatore Guidi ha dichiarato: “Pensavo potesse avere una grande carriera, ma di certo non mi aspettavo esplodesse con questa velocità”) abbinata a doti tecnico-atletiche non comuni, è la normalità con cui svolge la sua vita fuori dal campo. Lontano dallo stereotipo del calciatore moderno, ci stupisce trovarlo tra le storie di Instagram impegnato sui libri come un qualsiasi studente universitario nella preparazione di un esame.

Tutto ciò avviene nonostante abbia da pochi giorni rinnovato il suo contratto con la Fiorentina fino al 2022, diventando meritatamente il giocatore più pagato in rosa (poco meno di 2 milioni l’anno). Rinnovo che dovrebbe servire a “blindare” Fede, ma in realtà ha lo scopo di mettere una fragile pezza sulle sirene di mercato che circondano il suo nome. Le tentazioni spaventano i tifosi viola non tanto per una questione economica, quanto per le ambizioni che i top club d’Europa possono offrire.

Sarebbe difficile resistere anche se la Fiorentina fosse la miglior versione vista durante la gestione Della Valle, figuriamoci una squadra che lo scorso anno ha fallito la qualificazione in Europa League e che in questa stagione sta facendo anche peggio. Certo, l’alibi della squadra giovane giustifica ed in parte intriga, pensando ad un futuro nel quale i tanti under 23 in rosa della Fiorentina saranno maturati. Ponendo anche il caso che questa evenienza si verificherà realmente (cioè che i tanti giovani di belle speranze non si rivelino dei bidoni), il tempo necessario a tale processo potrebbe spingere Chiesa verso lo scenario più temuto dai tifosi viola: la partenza già in estate verso altri lidi.

Come biasimarlo, se la squadra viaggia sul filo della mediocrità, la proprietà (in vendita) è assente da mesi e la dirigenza è continuamente attaccata da una tifoseria stufa di promesse non mantenute, errori sul mercato e gaffe comunicative? Nel caso in cui Chiesa manifestasse la volontà di partire, non si verificherebbe neanche ciò che invece era routine per i big della Fiorentina con il mal di pancia, cioè il colloquio con uno dei fratelli Della Valle (perlopiù Andrea) volto a convincere un calciatore restio a voler rimanere a Firenze. Colloquio, a dir la verità, con risultati altalenanti: con Toni si riuscì a trattenere per un’altra stagione uno dei centravanti più forti del momento; Cuadrado venne chiamato “Il regalo per Firenze”, salvo poi partire in fretta e furia a gennaio.

Tuttavia, in questa analisi bisogna ricordare che Chiesa non è un calciatore normale. Anzi, è proprio la sua normalità mostrata nella vita quotidiana ad essere straordinaria in un contesto pieno di figurine che si credono icone popolari. Il ragazzo ha esternato amore per Firenze in svariate occasioni; inutile illudersi: l’ipotesi di un Chiesa bandiera della Fiorentina pare essere utopia nel calcio modero. Ma pensare ad un caso Bernardeschi 2.0 come l’ipotesi più probabile pare eccessivo. Vivere un intero ciclo con la maglia viola addosso è ancora nell’ambito del possibile, se si sta parlando di Federico Chiesa. A patto, però, che la Fiorentina non tergiversi a lungo nel piattume in cui si ritrova da due stagioni (compresa quella in corso), proprio le due in cui Federico si è affermato nel calcio che conta.

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