Sfida ravvicinata tra due dei migliori talenti del calcio italiano. Due gioielli che sono riusciti ad emergere ‘a casa’.
Per la maglia del cuore corrono, si sacrificano. E quando segnano la gioia, per loro, è doppia. Ma quante pressioni, accuse e critiche quando le cose non vanno. Non è un ruolo facile giocare nella propria città, con responsabilità pesanti. E, se non impari in fretta a gestirle, finisci per farti schiacciare. Lo sanno bene Chiesa e Insigne, due dei pochi profeti in patria del campionato italiano. Così scrive il Corriere Fiorentino.
CHIESA. Federico è nato a Genova, ma è cresciuto a Firenze. Qui ha mosso i primi passi da calciatori alla Settignanese e ha frequentato la scuola. Indossa la maglia viola dal 2007, ormai è una seconda pelle. Una fede. Ma il calcio oggi riserva mille sorprese: se continuerà così, sarà difficile legare il suo nome a un solo colore. E’ diventato la sponda ideale di Muriel. Ma anche la gioia di Pioli e del ct Roberto Mancini. Sabato guiderà l’attacco contro il Napoli, una delle squadre che da più tempo lo insegue.
INSIGNE. Il sogno azzurro sarebbe quello di schierarlo al fianco di Lorenzo Insigne, un altro che è diventato grande nella sua città. Insieme rappresentano i cardini del tridente leggero che Mancini ha scelto come ricetta azzurra in vista della qualificazione agli Europei. L’estro e la fantasia, uniti alla velocità, possono diventare armi inarrestabili. A differenza di Chiesa però, Insigne ha faticato un po’ di più ad imporsi a Napoli. Ci ha impiegato qualche anno in più. All’età di Federico infatti terminava il suo prestito al Pescara, dopo quello a Foggia. Quando in campo non c’è Hamsik la fascia di capitano va sempre sul suo braccio. Certo ci sono stati momenti di incomprensione con i tifosi, ma a suon di gol (fino a questo momento ne ha realizzati 11 tra campionato e Champions League) tutto è passato in secondo piano.

Di
Redazione LaViola.it