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Chiesa-Commisso, come se ne esce? La ferma volontà di Rocco, l’ambizione di Fede…

Su La Nazione si analizza la lunga giornata di ieri a New York, con la ‘mini sceneggiata’ sul fiume Hudson e le parole di Chiesa.

Dopo il caffè amaro ai tavoli del ristorante «Enzo’s» di domenica, ieri c’è stata una mini sceneggiata, prima sul pullman viola e poi sul battello lungo l’Hudson. Chiesa ha detto di volersene andare, ma al tempo (da Firenze) il padre manager ha garantito che farà il professionista. Questo però non ha evitato a Fede di sostare con Barone e Antognoni (poi si è aggiunto Dainelli) per venti minuti sul pullman, mentre il resto della squadra era già pronta a salpare. Il tragitto dal bus al molo poi è stato imbarazzante non solo per Chiesa ma anche per la Fiorentina. Viso scurissimo e sguardo a terra. Così scrive La Nazione.

STRATEGIA. In realtà la conferma ribadita da Commisso e Barone deve ancora fare i conti con un altro tipo di realtà, quella degli equilibri di spogliatoio e del mercato. La Fiorentina deve riflettere se può ricostruire la squadra senza i denari della cessione di Chiesa, mentre Federico e la sua famiglia sceglieranno quale strategia adottare. Nell’attesa, la tregua è stata firmata di notte alla Borsa di New York, dove Chiesa ha finalmente detto la sua: «La decisione è rinviata, ne parlermo come si fa in una famiglia».

CHE FARE? Se Commisso ha forse peccato di ingenuità nel ribadire sin da subito che Chiesa non si tocca, adesso spetta alla dirigenza gestire un giocatore (il più forte della rosa) che rischia di restare schiacciato dai suoi desideri. Cosa conviene a entrambi? Tenerlo col broncio un altro anno a Firenze (c’è l’Europeo) o dirsi addio subito, piangendo in cima a una montagna di milioni?

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