Il portoghese lanciò Fede in prima squadra e nel calcio ‘dei grandi’, indicandolo come futuro capitano viola. Ci aveva visto giusto…
In principio fu Paulo Sousa, il profeta. Due anni fa, nell’incredulità generale, l’allora tecnico della Fiorentina aveva già le idee chiare su quel giocatore così giovane eppure destinato a diventare un top player. «Federico Chiesa diventerà il capitano della Fiorentina», disse Sousa. Erano i giorni che scandivano la promozione del figlio d’arte in prima squadra, nel ritiro di Moena, prima dell’esordio ufficiale (a sorpresa) nella prima gara di campionato. Era fine agosto 2016 e i viola sfidarono la Juventus, a Torino. Chiesa titolare, 19 anni ancora da compiere. Così scrive La Repubblica.
ASCESA. Sono trascorse soltanto due stagioni. Nel frattempo la stella di Chiesa ha iniziato a brillare sempre più: gol, assist, giocate che ricordano quelle del padre Enrico. E carattere, da vendere. Perché ritrovarsi poco più che ragazzino nel calcio dei grandi, con la responsabilità di chi deve guidare la propria squadra dentro e fuori dal campo, non è certo semplice. Domenica contro il Bologna indosserà anche la fascia da capitano, per la prima volta nella sua carriera.
FASCIA. Chiesa sarà a tutti gli effetti il riferimento dei compagni. Riconosciuto come vice leader dello spogliatoio, con al braccio quei colori che rappresentano responsabilità, attaccamento ed eredità. Perché quella è la fascia di Davide e indossarla, per chiunque, vorrà dire provare una forte emozione.
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Redazione LaViola.it