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Chiesa-Barone, e quel confronto (acceso) sul pullman. Ma Fede non vuole entrare in conflitto

Colloquio teatrale tra Federico e Joe sul pullman che portava i viola sull’Hudson. “Caso chiuso”, secondo Barone. Sennò Chiesa, secondo La Gazzetta, può finire fuori rosa.

Dall’altra parte di Manhattan, accanto ai pontili di Weehawken del New Jersey, il pullman dipinto di viola della Fiorentina posteggia poco prima di mezzogiorno. Un mezzogiorno di fuoco, perché nel giro di pochi minuti andrà in scena il secondo atto del caso Chiesa. Un secondo incontro con il giocatore, più o meno programmato. Così scrive La Gazzetta dello Sport. Dall’autobus scende tutta la squadra, meno Federico Chiesa. Ed è il modo, un po’ teatrale, in cui si apre questa giornata di questi calciatori trasformati in turisti per caso. Con lui restano Giancarlo Antognoni e l’altro ex, Dario Dainelli. Poco dopo sale Joe Barone, il braccio destro di Commisso, e tutti si accomodano nei sedili posteriori. E’ una riunione che durerà quasi venti minuti. Il tema affrontato sempre lo stesso: la sua permanenza in Viola. Dall’esterno si possono ascoltare le loro voci, dal tono a volta un po’ alto. Poi, da quel palcoscenico improvvisato se ne vanno Antognoni e Barone. Il gioiellino della Fiorentina tarda ancora.

L’USCITA. Quando finalmente Federico si affaccia ha un’espressione cupa: un broncio che lo caratterizza fin dal suo sbarco negli Usa. Si capisce che non è una persona felice e non dice una parola. L’argomento scotta e nella lunga marcia verso la Spirit of New York, noleggiata da Rocco per il classico tour intorno a Manhattan, Chiesa dice di stare bene. E aggiunge: «Non so giocherò con il Benfica. Può darsi». Basta, nulla di più.

“CASO CHIUSO”. Trapelano però alcune frasi di ciò che è stato detto dentro quel bus. E’ stato prevalentemente Barone a parlare, così come aveva fatto due giorni prima nel Bronx. Ribadisce al suo giocatore che lui è la Fiorentina e non è in vendita. Che questa è la sua maglia e sarà lui a indossarla per primo. «La nostra posizione è questa, Chiesa è sceso dal pullman e questo è un fatto significativo», dirà Barone. E ancora: «Per noi il caso è chiuso». Ma per estrapolare il concetto cardine dell’incontro, si può riassumere così: il giocatore si rimette in riga o verrà messo fuori rosa. Ma Chiesa non ha alcun interesse a entrare in un conflitto che non lo porterebbe da nessuna parte. Come promesso, Barone poi chiama proprio Federico a indossare la maglia per primo. Per i fotografi e le telecamere, Federico finalmente sorride.

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