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Chiesa: e siamo a 5 gol in campionato. Dopo due mesi torna a segnare, ed in copertina

© Alessandro Castaldi

Torna in copertina, finalmente, Federico Chiesa. E lo fa con un gol pesantissimo. Che non vale solo tre punti. Ma che spazza via il clima tesissimo che ha accompagnato la Fiorentina in questi ultimi giorni e ridà carica ad un ambiente che si prepara alla sfida contro la Juventus. I gol di Chiesino sono adesso 5, in stagione, ed ha già migliorato sé stesso visto che tra campionato e coppe l’anno scorso si era fermato a 4. 5 reti alle quali aggiungere 4 assist, ed una valutazione monstre che prima o poi, inevitabilmente, porterà Firenze a dovergli dire addio.

Non adesso, non a stretto raggio di posta. Anche nel post gara di Bologna, ed in ogni intervista (poche perché non ama troppo stare sotto le luci della ribalta) trasuda amore per Firenze e per la maglia viola. E adesso i conti sono a posto, come ha tenuto a ricordare Pantaleo Corvino in settimana, per cui non esiste la necessità di dover vendere, così come non ci saranno da compiere sacrifici particolari. Certo sarebbe auspicabile mettere a disposizione di Chiesa un progetto tecnico che possa permettergli di non predicare nel deserto tecnico. Ma per lavorare su questo ci sarà tempo. Il modo di farlo invece dipenderà dalle reali intenzioni della proprietà, che per ammissione di Pioli ed in maniera più contorta anche da Corvino, ha un progetto. Quale esso sia ancora lo dobbiamo capire.

Chiesa non è Bernardeschi, che forse era già più formato e aveva una maglia nei sogni e nei desideri che non era certo quella viola. Non è ancora come suo padre. O meglio lo è nell’umiltà . Perché dopo un gol vittoria non era scontato andare ai microfoni e professare modestia: “Devo migliorare”, il suo mantra. Ed effettivamente Chiesa deve migliorare sotto porta. Perché di conclusioni ne ha effettuate 60, una in meno di Immobile, le stesse di Quagliarella, e due in più di Icardi. Giusto per fare dei nomi. Ed è vero che deve migliorare anche nella fase difensiva quando Pioli lo tornerà, in caso di necessità, più dietro o come esterno di lunga percorrenza. Una cosa è ormai pressoché certa: più vicino alla porta Chiesa sta, meglio è. Per lui, e per la Fiorentina. E’ uno dei pochi in questa rosa che può saltare l’uomo e che ha i colpi di genio ed imprevedibilità oltre ad un gran tiro.

Essere leader di questa Fiorentina, la sua grande sfida. Sfidare le pressioni che tale compito gli attribuisce, e fare i conti con l’esuberanza dei suoi 20 anni, con pregi e limiti che la carta d’identità porta in dote ad un ragazzo che è al secondo campionato tra i grandi. Quando Sousa lo definì la bandiera del futuro della Fiorentina, molti pensarono ad un’altra supercazzola del portoghese, ed invece aveva ragione. Intanto Firenze si gode il suo Chiesa, che nel grigiore generale della rosa è un raggio di sole. E venerdì arriva la Juventus, dove tutto ebbe inizio. Occasione per far male ad una grande, per la prima volta e fare un altro ulteriore step, anche in maniera semi volontaria come l’anno scorso con il tocco non tocco che mise fuori causa Buffon.

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