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Che fine ha fatto il ‘vero’ Chiesa? I primi mugugni del Franchi e qualche errore di troppo

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La lunga estate, il caso rinnovo e l’influenza contro il Parma: per Federico un inizio di stagione così e così. Tanti tiri, pochi gol.

È sconfortante quando pensi che con una tua giocata puoi risolvere una gara e invece ti ritrovi a terra. Per la prima volta da inizio stagione, nella gara col Parma, dal pubblico viola si è avvertita un po’ di insofferenza nei confronti di Federico Chiesa. Qualche dribbling di troppo, alcune scelte poco lucide e quella voglia di andare in porta col pallone che non sempre si traduce in gol. Anzi. È vero, Montella ha svelato che Chiesa ha giocato con l’influenza e questo non è un fattore secondario. Nell’azione che ha portato al momentaneo vantaggio dei ducali, però, c’è da ritrovare la prima parte di stagione di Federico. Così scrive La Repubblica.

LUNGA ESTATE. Le scorie di una lunga estate che l’ha visto al centro del tormentone di calciomercato, mentre Juventus, Inter e chissà quale altro top club avrebbero voluto mettere le mani sul suo cartellino salvo scontrarsi con la ferma volontà di Commisso di trattenerlo. La promessa di Rocco: i contratti si rispettano. Punto. Sul campo la sensazione è che a Chiesa manchi un pizzico di serenità per affrontare al meglio il presente. Finora, non è riuscito a incidere come avrebbe voluto. L’esempio più lampante, oltre alla palla persa domenica sera, è stato a Milano. Il rigorista sarebbe Pulgar ma Chiesa aveva provato a entrare nel tabellino dei marcatori trovando Donnarumma sulla sua strada. Poi si sarebbe rifatto con un grande assist per Ribery.

IMPRECISO. Fin qui, comunque, in undici gare di campionato ha messo a segno due reti e quattro assist. In linea con le prime undici sfide dello scorso anno (due reti, un assist). E’ il quinto calciatore che ha tirato di più finora, con 30 conclusioni (18 in porta, 12 fuori), con ben 19 occasioni da gol che però gli hanno fatto totalizzare soltanto due reti. Per capirsi, Castrovilli ha realizzato tre reti con sole 10 occasioni, mentre Milenkovic (3 reti) ha sfruttato in maniera eccelsa le 6 occasioni che gli sono capitate. Ritrovare la lucidità sotto porta per risultare determinante, come vorrebbe Montella e come punta ad essere sempre più lo stesso Chiesa. Quello ‘vero’, che incide, trascina, che è sempre imprevedibile.

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