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Che fatica davanti senza Ribery (e non solo). A Cagliari il turno di Vlahovic?

Solo Samp e Verona hanno segnato meno con gli attaccanti: appena 5 gol per le punte della Fiorentina.

Con il 4-3-3 e poi con il 3-5-2 offensivo, la storia dell’attacco della Fiorentina però non cambia. Quanta fatica là davanti per i viola, specie con squadre che si chiudono come il Parma. O come il Sassuolo, l’Udinese, il Brescia e le altre in cui i tentativi degli attaccanti si sono infranti sui muri avversari. Gare poi risolte o rimesse in piedi dai centrocampisti o dai difensori, a sopperire le lacune di gol delle punte. Che poi, punte vere spesso non sono. Così, la Fiorentina ha segnato appena 5 gol su 16 con gli attaccanti. Solo Samp (in campo stasera contro la Spal) e Verona hanno trovato meno reti con le punte (rispettivamente 4 e 1 gol).

CHE FATICA. Quindici tiri verso la porta, numero che si avvicina ai 19 affermati da Montella dopo la partita contro il Parma, ma appena quattro nello specchio di cui tre centrali. In generale una fatica immensa a costruire occasioni di qualità con azioni manovrate. Specie senza Ribery. Con la Lazio non era stata la miglior versione del francese, ma in ogni partita – anche quando aveva creato meno – il 36enne con il numero 7 era stato il vero trascinatore a tutto campo, tra i pochi a cercare (e spesso trovare) la giocata giusta per cambiare marcia. Senza di lui la Fiorentina ha faticato contro il Sassuolo prima e contro il Parma poi, non riuscendo a trovare alternative. Pochi cambi di gioco, manovra lenta e raramente allargata, pochi spunti. E se si somma la giornata no di Chiesa, ne esce fuori una Fiorentina molto prevedibile.

FIDUCIA NON RIPAGATA. In attacco Montella, senza Ribery, ha dato fiducia a Boateng. Uno che si era presentato prendendo la maglia numero 10 e candidandosi a ruolo di leader. Tante panchine e il solo gol all’esordio però per Kevin-Prince, che nelle ultime due gare da titolare non ha certo sfruttato le occasioni. Movimenti da ‘falso nove’ ma anche una condizione fisica non brillantissima, contro il Parma per la prima ora di gioco ha faticato a tenere palloni per avviare le azioni offensive. In due gare si è creato quattro occasioni: un palo e un tiro-cross salvato in qualche modo da Consigli a Reggio Emilia, un colpo di testa alto e un tiro fuori ieri sera. Poi poco altro. Veramente poco. E al di là della prestazione, resta un tipo di giocatore che per caratteristiche non attacca la profondità e l’area di rigore.

IL MOMENTO DI DUSAN? Domenica a Cagliari, ancora senza Ribery, potrebbe essere quindi il momento di Vlahovic. Pedro ha ‘assaggiato’ il terreno della Serie A negli ultimi minuti ieri sera, ma è Dusan a candidarsi con forza per una maglia in Sardegna. Era entrato bene in partita contro il Sassuolo, lo ha fatto (pur con meno euforia) anche con il Parma. Di sicuro poteva sfruttare meglio quel tiro con il suo mancino (troppo debole per Sepe), ci ha provato anche in spaccata su bel cross di Dalbert. Senz’altro, però, con Vlahovic in campo la Fiorentina ha potuto attaccare meglio l’area, lasciando anche più spazi alle giocate di Chiesa sulla fascia (anche se Federico non è mai riuscito a concretizzare gli uno contro uno). E pure sul gol di Castrovilli, il centrale del Parma era impegnato nella marcatura sul serbo, consentendo l’inserimento vincente di Gaetano. Insomma, è chiaro che con un centravanti vero la pericolosità offensiva possa aumentare. Specie per una Fiorentina che là davanti, negli ultimi 20-25 metri, fa molta fatica. Non da oggi, ma da diverso tempo. Aspettando Pedro, Vlahovic può essere la soluzione più immediata. Anche perché, ancora una volta, non ci sarà Ribery ad accendere improvvisamente la luce con le sue giocate.

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