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Chamusca a VI.IT: “Ecco come Cabral è diventato Re Arthur. Ha tutto per tornare nella Seleçao”

Intervista all’ex allenatore del centravanti brasiliano ai tempi del Ceará

8 gol in 2 mesi, meglio di lui solo Osimhen: i 12 risultati utili consecutivi della Fiorentina passano molto dai suoi numeri. Vincenzo Italiano ha trovato il suo centravanti: Arthur Cabral si è preso la maglia da titolare a suon di gol e prestazioni positive, quelle che erano mancate nella prima metà di stagione. Per commentare il momento del brasiliano, LaViola.it ha contattato in esclusiva Marcelo Chamusca, allenatore del Tombense che ha allenato il classe 1998 al Ceará quando insieme vinsero il campionato statale 2018 e vennero premiati rispettivamente come miglior tecnico e capocannoniere del torneo:

Come commenta il presente di Cabral? Lo vedo molto bene, anche se non lo sento da un po’, cerco sempre di rimanere informato: sono molto felice per lui. È un attaccante molto potente, con una lettura del gioco molto buona: adesso si è ambientato dopo una prima stagione che gli è servita per adattarsi al calcio italiano che è molto diverso da quello svizzero. La continuità lo ha aiutato. Oggi ha più esperienza ed è più maturo, e ha molta personalità”.

Con lei ha iniziato a giocare in Prima Squadra. Cosa ci vide? Notai subito che aveva molto potenziale. Calciava bene di destro, di sinistro ed era forte nel colpo di testa. Un giocatore completo e molto professionale. Ogni giorno mi diceva: “Mister un altro po’ di allenamento”. Mi chiedeva sempre di allenarsi. Nel 2017 eravamo in Serie B e lui entrava sempre nella ripresa, mentre nel 2018 è diventato il titolare. Ricordo che con me faceva fatica a giocare 90 minuti, chiedeva sempre il cambio nella ripresa, poi con gli allenamenti è migliorato dal punto di vista fisico e in seguito ha giocato tutte le partite”.

Qual è il ricordo più importante che vi lega? “Il Clasico contro il Fortaleza nel 2018, in cui abbiamo vinto 2-1 con una sua doppietta. Era la prima gara della finale del campionato statale e giocò una partita spettacolare che ci permise poi di vincere il titolo grazie a quel vantaggio. Dopo quel match i tifosi lo chiamarono Re Arthur”.

Ricorda qualche chiacchierata con lui o qualche consiglio che le ha dato? Gli dicevo sempre di giocare più con il resto dei compagni perché all’inizio aiutava poco la squadra quando dovevamo riconquistare la palla. Ed è un aspetto molto importante soprattutto nel calcio italiano. Non aveva molta tecnica, quindi doveva sopperire con la forza e con la grinta”.

Non è il classico attaccante brasiliano, ma è quello con più gol nei 5 top campionati dopo Vinicius: crede che potrebbe tornare nella Seleçao? Penso di sì perché sta molto bene. In Brasile ora c’è un ricambio con un nuovo ciclo. Se mantiene questo livello di prestazioni ha tutto per tornare nella Seleçao”.

Visto che non lo sente da tempo, cosa direbbe ad Arthur? “Che sono sempre un suo tifoso. È un giocatore che mi è sempre piaciuto come atleta e come persona. Si merita tutto il meglio in Italia”.

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