Tempo di scelte per il tecnico Palladino: c’è da trovare l’undici perfetto da schierare con il Celje e far rifiatare alcuni per la Serie A
La certezza della difesa guidata dal portierone David De Gea, con due italiani a fare i braccetti, Comuzzo e Ranieri, e un croato in mezzo, Pongracic scrive La Gazzetta dello Sport. La garanzia di Raffaele Palladino è innanzitutto questa. Tra tabellone di Conference e doppia sfida negli ottavi contro il Panathinaikos la Fiorentina ha incassato 11 gol, 4 negli ottavi, 3 ad Atene, l’unica sfida in cui è arrivata l’imbarcata. Contro The New Saints e Lask Linz la porta è rimasta inviolata. Ma l’attacco ha prodotto 23 reti, 7 contro gli austriaci del Lask, ma pure 4 col San Gallo, 3 col Pafos e al ritorno col Pana. E al gol sono arrivati spesso calciatori che oggi non ci sono più, Ikoné e Quarta, ma anche centrocampisti che in Europa da fuori ci provano. Vedi Mandragora, a bersaglio a Guimaraes e in casa agli ottavi.
SCELTE. Se le scelte nel reparto arretrato sono chiare e obbligate, quelle a centrocampo e in attacco sono difficili da interpretare. Perché Palladino su un aspetto è stato bravo dall’estate, quello gestionale. L’equilibrio dello spogliatoio lo ha salvaguardato. Si è liberato di chi non era nei suoi piani, si è costruito un gruppo che lo segue e col quale il feeling è visibile. Palladino ha spiegato che Adli è candidato a fare il play. Stessa cosa per Michael Folorunsho che sembrava perfettamente adatto come post Bove. “E che esterno a sinistra ha dimostrato di saperci giocare, lo abbiamo provato e lui ha fatto bene”. Indizi che portano alla sua candidatura al posto di Gosens, rimasto a Firenze a curarsi il ginocchio. Il tecnico potrebbe concedere una nuova occasione a Richardson, titolare ad Atene con una prova da dimenticare. Fagioli ha bisogno di rifiatare un po’ anche in vista di domenica col Parma, come Cataldi e Mandragora, ma il napoletano ha i colpi in canna, come Dodò e Kean. Facile che trovino posto nella ripresa e, soprattutto, in caso di necessità. Con l’argentino Moreno che ha gamba ed è adattabile. E il dubbio che resta. Come quello dell’attacco in cui Gudmundsson, uscito abbastanza seccato a San Siro per il cambio, potrebbe lasciare spazio a Lucas Beltran, fedelissimo del tecnico e particolarmente utile nella fase di non possesso. Se, invece, il totem Kean dovesse cominciare in panchina toccherebbe come punta centrale a Nicolò Zaniolo, da rilanciare, anche psicologicamente. Oggi servono forze fresche perché domenica c’è la Serie A da dove si passa per la grande Europa. E Palladino è ambizioso, come la Viola.
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Redazione LaViola.it