Il presidente del Brescia svela due offerte, tra gennaio e febbraio, per il centrocampista. Sul futuro del campionato e sul rapporto tra i presidenti…
Massimo Cellino, presidente del Brescia, parla a Tuttosport del calcio italiano e di Tonali, partendo dal clima in Lega Calcio: «Per Pasqua ho ricevuto migliaia di messaggi d’auguri. Però non ne ho ricevuto nemmeno uno da un collega presidente di serie A. E neanche io ne ho mandati a loro. Voglio far capire a tutti com’è attualmente l’ambiente del calcio italiano. Negli anni novanta non era così. Quando c’erano Pellegrini, Sensi, Cragnotti, Ferlaino, Boniperti, Berlusconi e Galliani era diverso. Eravamo fratelli, non c’era una festa della Lega che non ci trovassimo tutti insieme a cena con le rispettive mogli».
LEGA. Adesso com’è il clima? «In Lega vedo una marea di avvocati e dirigenti stranieri, molti dei quali non conosco, che non sanno neppure i giocatori che hanno in panchina. Il calcio è diventato una brutta copia della politica. Sono stato sei anni lontano dall’Italia, ma purtroppo mi sto rendendo conto del Paese in cui sono tornato».
TONALI. «A gennaio una squadra importantissima è venuta da me dicendomi che voleva Tonali. Io non ho fatto cifre, ma soltanto una domanda: lo faresti giocare subito titolare in Champions League?». E la risposta? «“Te lo lascerei a Brescia fino a fine stagione”. E allora io gli ho detto: “Grazie, ma allora me lo tengo io del tutto e ne riparliamo a luglio”».
ACCORDO A FEBBRAIO. «A febbraio ho ricevuto un’altra richiesta importantissima e non ho detto nulla con Tonali con l’intento di fargli una bella sorpresa a giugno. Il nome della squadra non posso dirlo, tanto purtroppo il Coronavirus ha cambiato tutto».
CALERA’ IL PREZZO DOPO IL VIRUS? «Il mio sogno sarebbe tenerlo, Tonali. Sarei disposto a fare i salti mortali. Ma ho un patto con Sandro, che è un ragazzo d’oro. Lui sa che quando mi chiederà di andare via, io lo lascerò partire». Ma il prezzo? «Non ne farò una questione di prezzo, l’importante è che Tonali scelga con il cuore. E sia solo lui a decidere». Da bambino tifava Milan. «Ma di chi è il Milan? Una volta c’erano Berlusconi e Galliani, maestri a cui mi sono ispirato. Comunque non sono sicuro che Tonali tifasse Milan, per certo so che adorava Gattuso».
CON QUALE MAGLIA VEDREBBE TONALI DOPO BRESCIA. «Per Nainggolan, ai tempi del Cagliari, ho rinunciato ai soldi della Juventus perché ero convinto che Radja avesse bisogno del calore di Roma e ho avuto ragione. Tonali è un ragazzo più freddo, del nord. Però dentro è un sentimentale. Ecco perché, siccome sono romantico, mi piacerebbe vederlo alla Roma o al Napoli. Però difficilmente succederà. Io preferirei che restasse comunque in Italia».
JUVE E INTER? «La Juventus è cresciuta molto con Agnelli e Paratici. Nell’Inter c’è un proprietario straniero e non ho ancora avuto il piacere di conoscerlo. Però hanno Marotta, un dirigente top per il quale nutro un grande rispetto. Vedremo… Dipenderà da Tonali, sarà lui a scegliere. Ma spero che resti in Italia e che giochi. Deve diventare un Iniesta».
SCUDETTO. «Il campionato è finito. Anno bisesto, anno funesto. Se si potesse giocare a luglio e agosto, perché mai avrebbero dovuto far slittare le Olimpiadi al 2021? Se lo hanno fatto, è perché sanno che non si potrà gareggiare. E poi come si fa a giocare senza tifosi».
FINIRE PER NON ANDARE IN B. Molti pensano che lei voglia chiudere tutto ora per evitare il rischio serie B… «Se basta il Brescia in B per non giocare e fare del bene al calcio italiano, firmo adesso. Retrocedo a testa alta e do la mia parola che non farò alcuno tipo di causa». Nel caso assegnerebbe lo scudetto? «No. Però moralmente sarebbe della Lazio. Perché ha i conti in ordine, ha mostrato un bel gioco e, anche se ha avuto un po’ di fortuna con gli arbitri, Lotito è un buon amministratore. Attacco e attaccherò sempre Lotito perché è un casinista, però gli va dato atto di essere bravo».
Di
Redazione LaViola.it