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Cecchi scrive: fiammellina Cabral. Il bomber senza gol a cui siamo affezionati

Cabral

Il noto giornalista ha scritto dell’attaccante brasiliano che a Lecce ha firmato l’assist per il pareggio di Kouame

Pensavamo, con quei quattro minuti appena giocati con gli Hearts, di averlo perso per sempre alla causa viola, messo ai margini da un allenatore che non lo vede e per questo relegato in fondo alla gerarchia dei centravanti. Ultimo inter pares. E invece, nella notte di Lecce, rieccolo qua Arthur Mendoca Cabral. A indicarci con quell’assist per Koume e due gol annullati che la sua storia con la Fiorentina potrebbe non essere ancora chiusa. Che potrebbe esserci un finale diverso da quello, amaro, che sembrava annunciato appena pochi giorni fa. Cabral, 90 chili di stazza distribuiti su 186 centimetri d’imponenza, viene dal Brasile, e in una terra dove tutto è musica e felicità lui ha la faccia triste della perenne saudade. Di uno che sembra non intercettare mai l’allegria del momento. Scrive La Nazione.

Forse tutto ciò lo si deve alle origini. Cabral non arriva a noi dalle spiagge di Ipanema o di Copacabana ma da Campina Grande, polo industriale nel nordest del paese, e anche il suo calcio attraverso questa suggestione pare avere mutuato l’indole del luogo. Niente palleggio, leggerezza e dribbling, piuttosto la potenza metallurgica di una macchina industriale da gol: in Svizzera col Basilea in 106 partite ne aveva segnati 65. A livello europeo era andato addirittura oltre, segnandone 13 in 12 partite di Conference.

Un’esposizione di potenza che doveva fare di lui l’uomo del riscatto dopo l’addio di Vlahovic e che invece a Firenze si è clamorosamente perso. Sì, tolto un gol monumentale a Napoli, del suo percorso in viola restano poche tracce. Due reti in scivolata al Sassuolo e al Twente, un salvataggio sulla linea di porta a Enschede, niente più. Troppo poco per legittimare ancora velleità da titolare. Sembrava l’ennesima scommessa persa.

Invece la notte di Lecce ha riacceso una fiammella, riconsegnando la speranza di potere ancora raccontare qualcosa di luminoso su di lui

Raccontare di un centravanti operaio che produce i suoi gol metallurgici per la causa viola. Sarebbe una storia perfetta per Firenze. Perché una fetta larga di tifosi viola vuol bene a questo bomber senza gol che comunque la gamba non la tira mai indietro. E paradossalmente ha scoperto di volergliene proprio dopo i 4 minuti giocati con gli Hearts. Quando ha ritenuto un torto il trattamento che Italiano gli stava riservando.

Con quell’idea sottesa che l’applauso possano meritarlo anche i figli di un dio minore del calcio. Che provano a colmare il gap del talento con l’impegno. Qualcosa che rende il calcio una sorta di scuola di vita. Qualcosa che rende il tifare una squadra diverso e più alto. C’è davvero qualcuno che, per tutto ciò, sabato prossimo con l’Inter non darebbe una nuova chance a Cabral, il brasiliano senza sorriso?

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