«Io sono sereno, ma la squadra soffre». Questo è, in sintesi, il cruccio di Paulo Sousa. Costretto a fare i conti con una vera e propria crisi di astinenza offensiva della sua squadra che quest’anno, dopo 8 giornate ci campionato e 2 turni di Europa League, ha toccato il fondo. Nel vero senso della parola. Se è vero che sul fronte internazionale ha ottime possibilità di qualificarsi anche se deve fare i conti con il Paok (che affronterà in casa nella gara di ritorno) per il primo posto in classifica, in campionato la Viola sta vagando al quattordicesimo posto. È vero: deve recuperare una partita (quella sospesa a Marassi contro il Genoa per il nubifragio) ma l’attuale ruolino di marcia è pessimo. Ha vinto solo due partite (in casa) segnando altrettante reti. Scomparsi, anche se per motivi diversi, Kalinic e Zarate dal tabellino dei marcatori, il re del gol viola è Babacar che ha firmato due reti in campionato e altrettante in Europa League. L’ex-Lazio partecipò alla «mattanza del Qarabag» (5-1 al Franchi) ma poi ha smesso di confezionare gol ed emozioni.
Il potente croato è sparito improvvisamente dai radar dopo che un anno fa aveva già firmato 5 reti in campionato. Non è riuscito a mantenere alta la media come hanno fatto Mutu, Gilardino, lo stesso Pepito Rossi nonostante sia stato devastato dalla sfortuna. La crisi del gol, quindi, sta diventando inquietante soprattutto in campionato. L’abile e puntuale Leo Corvino si è affrettato, con merito, a dismettere Mario Gomez e lo stesso Rossi. È rientrato alla base Babacar che, a dire il vero, per tutta la scorsa estate era stato proposto, a più riprese, sul mercato europeo. Ma la valutazione imposta dalla Viola (10 milioni di euro) e l’ingaggio del bomber (1,5 milioni di euro) hanno frenato la maggior parte degli estimatori, socchiudendo solo un paio di porte nella seconda divisione inglese. Ma Babacar non ha accettato di tentare la sorte, il ritorno in Inghilterra, con una delle neo-retrocesse, Aston Villa e Newcastle.
Kalinic, quindi, si è inceppato. Senza un motivo apparente. Sousa si ostina a individuare solo in un problema psicologico il «blocco» del bomber croato. Evidentemente distratto e al tempo stesso gratificato dalla possibilità di poter dare una svolta importante alla sua carriera, considerato che il Napoli ha contattato anche lui per cercare di compensare, almeno in parte, il «tradimento» di Higuain. Sousa ieri in conferenza-stampa ha accennato al fatto che qualcosa deve essere cambiato in avanti. L’ibrido tattico che alterna il 3-4-2-1 al 3-4-1-2 dipende molto anche dalle condizioni dei singoli. Ad esempio questa sera Ilicic non dovrebbe indisponibile. E si sa benissimo quanto e come lo sloveno sia fondamentale nell’economia del gioco di Sousa. Il tecnico portoghese è stato bravo ad esaltarlo dandogli la giusta importanza a tutto campo.
Sousa chiede ai suoi campioni abnegazione, spirito di sacrificio, continuità di rendimento. Ma la macchina da gol viola sembra essersi inceppata. Che il problema sia più serio di quello che sembra e che, quindi, abbia radici profonde è testimoniato dal fatto che anche Paulo Sousa è nel mirino delle critiche. Anche ieri il portoghese è sembrato sereno, tranquillo. Ma, come lui stesso ha affermato, questi sentimenti, forti e sinceri, non riesce a trasmetterli alla squadra. E questo è un vero e serio problema…
Di
Redazione LaViola.it