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C’è chi dice sì. Dal Toro al Cagliari, dal Sassuolo allo Spezia: tanti dalla parte di Commisso

Commisso

Tante reazioni al decalogo proposto dal presidente viola per cambiare le cose in Italia e in Europa. Il silenzio delle big…

E’ la battaglia di Commisso, ma il presidente viola non può combattere né tanto meno vincere da solo. Quanto sostegno hanno trovato in Serie A le proposte del patron gigliato? Idee considerate giuste da molti, anche se alcune sembrano di difficile realizzazione, scrive il Corriere Fiorentino.

A FAVORE. Idee condivise da Cairo (Torino) e Giulini (Cagliari), anche se quest’ultimo propone anche un tetto salariale per gli stipendi. Si schiera con il presidente viola anche il Sassuolo, attraverso le parole del direttore generale Giovanni Carnevali: «Siamo favorevoli alle sue proposte», dice al Corriere Fiorentino. Pierpaolo Marino, direttore dell’area tecnica dell’Udinese, commenta: «Il decalogo è condivisibile. In alcuni punti però le soluzioni proposte, per motivi legali e regolamentari, sono di difficile attuazione pratica».

CALCIATORI. Proprio ieri, a proposito, è intervenuto a Lady Radio anche il numero uno dell’AIC Umberto Calcagno: «In Serie A abbiamo messo un tetto sui budget totali ed è ciò su cui sta lavorando la Uefa per il futuro. Quest’anno le società non possono spendere più dell’anno scorso, il prossimo anno non potranno spendere più del 90% di quest’anno, quello successivo non più dell’80%, e così via. Dobbiamo evitare che i club facciano i passi più lunghi della gamba».

ALTRE. Pur senza intervenire direttamente, si dicono sostanzialmente d’accordo con la Fiorentina anche Genoa e Spezia (altri club con proprietà americana) mentre hanno preferito non far filtrare nulla né Inter né Milan. Soltanto qualche giorno fa però, Ivan Gazidis (CEO rossonero) era stato chiaro: «Giocatori e procuratori agiscono come se il Covid non esistesse». E la Juventus? «Certi calciatori sono attaccati agli agenti, più che alla maglia», aveva attaccato Maurizio Arrivabene, ad bianconero. Le premesse per creare (finalmente) un fronte compatto insomma, stavolta ci sono. La stessa Fifa ha già fatto sapere che il 2022 — soprattutto in tempi di Covid — dovrà essere l’anno delle riforme.

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